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Corriere e Tuttosport. Che domenica bestiale


di Giusy
Sarà stato l’antipasto servito in settimana dai trafiletti dell’ineffabile Gazzetta dello Sport e de La Stampa, che davano l’annuncio di telefonate rappacificatrici tra Agnelli e i vertici delle istituzioni sportive, in un ping pong che decretava e smentiva distensioni e irrigidimenti con Abete e Petrucci. Sarà stata la fine degli Europei. Sarà che De Laurentiis ce la mette tutta, ma fa vendere più le testate cinefile che quelle sportive. Sarà che non si possono fare i titoloni sui presidenti che una volta non era possibile mandare in serie B perché avevano troppo investito nel calcio, anche se facevano falsificare i passaporti e spiare mezza Italia. E adesso che svendono, sempre al limite del collasso finanziario con quei cda perennemente in perdita di centinaia di milioni di euro, bisogna metterci la sordina. Sarà che le fanfare per la mirabolante campagna acquisti del Milan che non vende, ma nemmeno compra, pur mettendo a segno il colpo Julio Cesar, fanno ridere. Ma se la notizia non c’è il giornale bisogna pur darlo alle stampe. Che fare se lo scoop è una misera intervista con Marino, direttore generale dell’Atalanta? Idea. Si fa finta. Si simula. È stata una normale domenica estiva. Per noi che abbiamo sempre gli occhi imbevuti di cielo e di mare sui faraglioni di Acitrezza. Scogli baciati dal sole e annegati dal blu di un mare cobalto oggi solcato in lontananza da una nave e da una regata di vele bianche sovrastate dalle evoluzioni di due piccoli aerei del club aeronautico catanese, che si sta piacevolmente montando la testa dopo che le Frecce Tricolori ci hanno onorato per due volte delle loro straordinarie evoluzioni sulle nostre acque e sulle nostre teste.Gli amici sono i soliti. Da oltre vent’anni. Antonio tira fuori i quotidiani. Lo prendo in giro pure oggi? Solo ieri gli ho chiesto di girarmi le spalle per mostrarmi le pezze al fondoschiena, visto che si è ridotto a regalarmi Lucio. E’ interista ed è a lui che devo il nickname “la juventina”. More solito si fa strusciare da una medusa. Pure quella juventina, non ce ne sono altre, soltanto uno squalo che sguazza felice verso Santa Tecla. A detta dei giornali. Li porta sempre Antonio, lavora presso La Sicilia. Non scrive, da addetto alle spedizioni è passato alla stampa, per non perdere il posto. Quanto basta per ricordargli che la differenza tra uno juventino e un interista è quella che passa tra un giornalaio e un giornalista. Oltre 20 anni di litigi. E’ il mio nemico carissimo. 6 anni di turbolenze con frequenti minacce di far intervenire le forze dell’ordine ogni volta che si sfiora l’argomento calciopoli. Anche oggi: lezione di Sim svizzere e di radiazioni. Perché Moggi sì e Preziosi no? Soprattutto doping. Per il corriere dello Sport “E’ già bufera” tra Zeman e la Juve. Adesso che il boemo potrebbe far parlare di sé per i buoni risultati del Pescara, non del tutto scevri da ingerenze da cantera Juve, attacca di nuovo la squadra bianconera, riprendendo la conta dei suoi scudetti, non avendone di propri. Non bastava Minosse ad arroventare questo Luglio. A pagina 2 è addirittura possibile leggere tutto d’un fiato le sue parole famose attraverso gli anni, muscoli di Vialli e Del Piero compresi. Parto con le rettifiche sull’assoluzione della Juve nel processo per doping in secondo grado e l’eritropoietina, checché ne pensi Travaglio. E devo pure ammettere che stavolta ci hanno consentito il diritto di replica. C’è infatti un’intervista a Tacchinardi, che taglia corto: “Nessuno dice che vincevamo perché andavamo a letto presto la sera o davamo il duecento per cento negli allenamenti settimanali”.Il vero scoop del Corriere sta però in prima, appena sotto uno Zeman pur sempre in ginocchio: “Conte, incubo squalifica. I tifosi ora si spaccano”. E’ il seguito della prima pagina di ieri: “Conte tiene la Juve in ansia”. Per la serie: “La spina dei campioni. Il calcio scommesse”. L’idea di spaccarci secondo gli schemi già sperimentati nel 2006 è quella di suggerire che secondo Andrea Agnelli Conte deve restare comunque, in caso di squalifica corta (tre mesi con patteggiamento, ma dovrebbe confermare cose che non avrebbe fatto) o lunga (si parte da un anno). Secondo John Elkann bisogna piuttosto stare vicino alla squadra e ai dirigenti (non all’allenatore) e sostituirlo con Capello o addirittura con Prandelli. Oggi il Corriere si allarga e inscena un fantomatico sondaggio al quale, come sottolinea il sito di Vecchiasignora, ciascuno può votare un migliaio di volte, anche da romanista o laziale, la più parte dei lettori. Tralascio il caso Krasic all’Inter. Per 10 milioni dove sarebbe lo scandalo? Come vogliamo chiamarlo Ibrahimovic per 24,8 (secondo wikipedia)? Tuttosport non è da meno. “Juve-Cavani. L’assalto”. A pagina 2: “Nuova Juve. Intervista a Marino”. Titolo: “Juve padrona. Il gap aumenta”. Magari è anche vero, ma Marino parlasse dell’Atalanta. Non vorrei ci fosse qualche solerte magistrato in ascolto pronto a cogliere al volo l’occasione. Come a suo tempo accadde col boemo. Il problema dell’informazione in Italia è serio. Non è un problema di persone, né di formazione. I recenti avvicendamenti alla guida delle testate sportive lo testimoniano. De Paola ha lasciato Tuttosport per andare a fare il direttore del Corriere dello Sport al posto di quel Vocalelli che secondo la confessione di Cobolli (o era Gigli?) lo convinse a rinunciare al ricorso al TAR. Vocalelli è passato a Repubblica, mentre a De Paola è subentrato Oreggia, cresciuto, come lo stesso Tuttosport conferma giorno 1 giugno in casa fino a diventare vicedirettore e direttore, “dopo gli anni da inviato principale e capo del gruppo di lavoro della Juventus”. I direttori cambiano, le cattive abitudini restano.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2366