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Domani è un altro giorno, con la maglia della Juve...


di Giusy
Sono belli i nostri ragazzi con indosso le nuove maglie della Juve per la stagione 2012/2013. La prima cosa che mi viene in mente è che la rigatura lineare fortunatamente ha sostituito quella seghettata, che assomigliava tanto allo sgranarsi dei pixel per insufficienza degli stessi. Abbandonato anche il giallo, il gioco è tutto positivo/negativo, come è fisiologico ai nostri colori. La telecronaca avvisa che alle origini della società ci sono i valori della famiglia e dell’onore e la mente scivola con rabbia e con orgoglio sulle parole pronunciate dallo stesso Andrea Agnelli, che torna a decifrare il 30° scudetto come quello della rabbia per ciò che abbiamo sofferto in questi anni e dell’orgoglio per aver ribadito perentoriamente la nostra presenza nel calcio italiano.La Juventus è qui. Per vincere qualsiasi competizione alla quale partecipi, come attesta il suo palmares.Ottimo il lavoro fatto dalla NIKE in collaborazione con la società e sopraffino il disegno che non è per niente solo grafico, ma si allarga a imprimere alle maglie lo spirito di forza, compattezza e concretezza asciutta da sempre coniugata con un’eleganza estrema e indiscutibile scandita dai dettagli. La scritta sul collo nella parte interna, non visibile, è quasi un segreto da sussurrare al giocatore forte di quelle 30 vittorie sul campo. Sono le parole di Boniperti, un continuum spazio temporale per legare le vittorie assimilabili ai nomi di Gianni e Umberto a quelle che si augurano i loro discendenti: Andrea e, ahimé sospirerebbe un rancoroso, John. Una firma, impressa con la calligrafia di casa, sottigliezza di pregio acuto, quella tutta torinese del font: Eurostile, ideato da Aldo Novarese nel 1962 per le fonderie Nebiolo.Non avesse vinto il Campionato 2011/2012, la Juventus indosserebbe per quest’anno a venire le più belle maglie d’Europa e del mondo. Pensate non solo per gli allenamenti e il gioco, ma addirittura per quel tempo libero degli appassionati di calcio ai quali Andrea Agnelli pensa come un privilegio all’idea di poter mettere i suoi giorni e le sue ore al loro servizio. Il lavoro che noi tutti vorremmo fare.Peccato che questo capolavoro si sia sporcato come l’abito della prima comunione di una fanciulla stuprata. Per nascondere la macchia è stata sovrapposta una toppa. Il segno tangibile di una verginità impossibile da recuperare. Di fronte alla quale non rimane che prendere atto della violenza subita e combattere forse per un impossibile indennizzo.E’ la lettura pessimistica. Quella ottimistica prevede il tributo all’intelligenza del Presidente della Juventus, che non ha pronunciato soltanto la frase che volerà di bocca in bocca come freccia dall’arco scoccata per far felici le turbe di tifosi che ad libitum potranno esibire urbi et orbi la terza stella, ma non sul campo dove è stata conquistata. Qui sta il paradosso della nuova maglia della Juve. Che il dualismo espresso dal bianco e dal nero vada a diluirsi nel grigiore del compromesso.La Juventus e gli Juventini contano 30 scudetti. La FIGC calcola, ma come in quella filastrocca nella quale i re Luigi francesi non riuscivano ad arrivare a venti, essa non conosce la trentina. Sono tanti quelli che pensano che Andrea sia un pessimo comunicatore. Non lo so, ma ha un modo tutto suo di razionalizzare. Presta il fianco agli attacchi, un poco ingenuamente, sbaglia i tempi, ma semplifica. Muove i discorsi come le forchette dei sondaggi. Si esprime nell’immediatezza di una twitterata. E chi ha da intendere intenda. 1) La Juve ha rispettato le sentenze. 2) Sono emersi fatti nuovi (che avrebbero dovuto riaprire i processi). 3) La federazione ha scelto l’incompetenza (e la soluzione politica). 4) La società bianconera ha intrapreso delle azioni legali che vanno avanti in modo fisiologico (entità supreme sanno quanto ci vorrà e intanto lo show deve andare avanti).Ancora. La vita in Lega comincia per Andrea giorno 1 Luglio 2010. C’è da fare i conti con la legge Melandri, che può non piacere, ma è in accordo con la ripartizione collettiva delle risorse. E’ pragmatico il Presidente. Non mira a cambiare la legge, ma espone il suo piano.Occorre rinforzare la Lega, farla finita coi litigi, porsi come interlocutore effettivo nei confronti delle istituzioni sportive: 1) C’è l’esigenza di una legge sulla tutela del brand (quante squadre oltre alla Juve ce l’hanno ancora di proprietà?). 2) Serve una legge sugli impianti sportivi (guarda caso la Juve ce l’ha già). 3) Bisogna regolamentare il numero delle squadre che partecipano ai tornei e decidere se uniformarsi alle 80 in chiave europea. 4) Si deve rivedere il CGS. Qui si aprono 4 paragrafi, o meglio due forchette: a) Conservare i principi di lealtà e probità sportiva; b) Tenere conto delle esigenze degli investimenti, perché il mondo dello sport deve fare il salto di qualità e dotarsi di due diversi regolamenti: a’) uno per il professionismo; b’) l’altro per lo sport di base.Il resto è fuffa. Anche Allegri che conta gli scudetti, se si diverte così. Persino il piano B, che non esiste perché Conte è interessato solo a vincere, lo spiegherà a Palazzi e tornerà a guidare la Juve (si spera). Mentre i ragazzi sceglieranno il prossimo n. 10. Quello destinato a raccogliere l’eredità di Sivori, Boniperti, Platini, Del Piero.Dopotutto i giocatori passano, la maglia resta.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2369