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di F. FilippinTerminata ufficialmente la stagione calcistica 2011/12 (rimane da giocare il torneo Olimpico, ma è cosa che non ci riguarda direttamente) e in attesa dei primi raduni e degli eccitanti trofei estivi dedicati a birre e compagnie telefoniche, prende quota, ad allietare le calde giornate di luglio, il nuovo scontro frontale innescato dal presidente della Federazione.Bersaglio della ben nota vis polemica che contraddistingue il personaggio (si fa per dire..), l'attacco (sempre il solito e già smorzato nei toni dal presidente del CONI) è rivolto alla scarsa o nulla importanza che i club attribuiscono alle vicende azzurre, cui non sono certo disposti a sacrificare i propri legittimi interessi sportivi ed, anche, economici.Bizzarra, ci consentirà il presidente, ci pare la pretesa per i cui i successi della Nazionale sarebbero merito del lavoro della Federazione, mentre gli insuccessi colpa esclusiva delle società. Altrettanto discutibile la richiesta di maggiori spazi per stage ed amichevoli: visti i risultati che hanno preceduto gli Europei ed il “bollore” generale che ha colpito un po' tutti gli azzurri al termine di questi, verrebbe da dire che di amichevoli sarebbe stato meglio giocarne, semmai, meno.La questione ci interessa, comunque, da molto vicino, dal momento che il nuovo elemento scatenante lo scontro è la fondamentale e prestigiosa amichevole tra Italia ed Inghilterra, in programma a Berna per il prossimo 15 Agosto, a soli 4 giorni dalla Supercoppa che, come noto, si giocherà a Pechino e ci vedrà protagonisti.Ora, sappiamo che le date degli impegni internazionali non dipendono completamente dalla FIGC, e sappiamo anche che non poteva essere previsto il quarto di finale, giocato solo pochi giorni fa (o forse sì, bastava leggere il calendario) che ci ha visti opposti proprio all'Inghilterra, ma di questa partita non sentivamo la necessità, anche a voler vestire (facciamo un po' fatica) la maglia di tifosi sfegatati degli azzurri.Certo è che a programmare una amichevole, comunque di livello, a Ferragosto, per una nazione ove in quella data tutto si ferma e in cui si pensa più alla tintarella che al pallone, ci vuole “coraggio”, termine buonista che sta, in realtà, per “mancanza di lungimiranza, competenza e capacità organizzativa”. Ancora di più tenendo conto che in quel periodo le società sono impegnate nel completamento della preparazione e che non considerano opportuno, in una fase tanto delicata e decisiva, ogni diversivo che può comprometterla.E qui entra in gioco la Lega di serie A, “colpevole” di aver fissato la partita ufficiale per l'assegnazione del trofeo tra le vincenti del Campionato e della Coppa Italia (che dovrebbe, quindi, essere considerata dalla Federazione qualcosa in più di un fastidio), in una data tanto “sconveniente” e in un palcoscenico tanto lontano.Sulla scelta molto si è detto e scritto, soprattutto con riguardo ad una Lega che tutto fa meno che gli interessi delle società nel loro complesso, ostaggio delle richieste ora di chi minaccia non si sa cosa fuggendo in motorino, ora di chi non dorme mai, vegliando sui calendari.Fatto sta che, a nostro avviso, non si può certo pretendere ora di condizionare una competizione ufficiale per una amichevole, anche visti i sacrifici, di cui nessuno mai si ricorda, che i nostri hanno già sostenuto per la Nazionale, non ultimo l'ennesimo infortunio di Chiellini, che gli farà saltare certamente la parte iniziale della preparazione.Immaginiamo, comunque, che si potrà fare a meno di Maggio e De Sanctis, unici esponenti napoletani, per una partita. Qualche problema in più la darà, forse, l'assenza dei nostri protagonisti, ma, siamo certi, ci divertiremo, così come gli svizzeri che, c'è da scommettere, accorreranno numerosi, a vedere la squadra vicecampione d'Europa priva di Pirlo, di Marchisio e di quattro quinti della difesa titolare.Salvo, ovviamente, clamorosi ripensamenti sulla data della Supercoppa, impensabili in un Paese normale, ma da noi sempre dietro l'angolo, e al netto di assurdi trasferimenti intercontinentali organizzati per l'occasione, sulla tratta Cina – Svizzera, che non mi sento di escludere.Tutto quello che possiamo fare, dal momento che, pur essendo la parte più coinvolta, non si terrà ovviamente conto della nostra opinione e delle nostre necessità, è sederci ad assistere, aspettando le decisioni che verranno prese, senza fare il tifo né per l'una, né per l'altra parte, dal momento che nessuna, come al solito, ci rappresenta davvero.
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