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Ibrahimovic a Parigi...i sogni aiutano a vivere meglio?


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Francesco FilippinDa bambini tutti abbiamo avuto i nostri sogni, più o meno realizzabili (di solito erano impossibili).Chi voleva andare sulla luna (credo che ormai non interessi più quasi a nessuno), chi voleva diventare pilota di Formula uno, chi centravanti della propria squadra del cuore o, al massimo, di un blasonato e prestigioso club.Della propria squadra del cuore, appunto.Ora che siamo ormai diventati grandicelli e abbiamo capito che nessuno dei nostri sogni si è realizzato e che siamo fuori tempo massimo per sperarci ancora, guardiamo sempre con un po' di invidia chi può dire il contrario.Sfogliando qualche quotidiano, in questi giorni, non può non balzare agli occhi l'ultima dichiarazione di uno dei personaggi più discussi (in quanto discutibile) del panorama calcistico.“PSG, un sogno che si avvera”.Ohibò, penso: chi di noi non ha sognato almeno una volta di realizzare la rete decisiva nel match scudetto “Montpellier – PSG”?Il piccolo (si fa per dire) Zlatan, sicuramente avrà pensato questo mentre giocava con gli amichetti nei campetti della periferia di Malmoe (o del luogo in cui è cresciuto, fa lo stesso).Non ci sarebbe nulla da obiettare, se non fosse per la strana sensazione di deja vu che mi ha colto (come penso tutti voi), nel leggere quelle parole.Che si possa pensare questo andando a giocare nel Barcellona, può essere anche credibile, che lo sia il trasferimento nel Milan.....vabbè....Il PSG, nella nostra scarsa (lo ammettiamo) conoscenza della storia calcistica francese, ci pare, negli ultimi anni, solo la squadra in cui hanno mosso i primi passi un certo Anelka, che prometteva molto bene, ma che poi si è perso un po' per strada (essendo comunque protagonista di una più che dignitosa carriera), e soprattutto Ronaldinho, nella sua prima esperienza europea.Primi passi e prime esperienze, non certo maturità calcistica.Parigi ci pare una bellissima città per un viaggio romantico con la propria dolce metà, tra gite in bateau mouche sulla Senna e colazioni in qualche bistrò a Montmartre, meno forse per viverci (non so voi, ma a me i parigini suscitano una certa antipatia, come, peraltro, anche agli stessi francesi “provinciali”), meno ancora per giocarci a calcio, fosse anche in pensione.Lo so, siamo ingenui (e non è detto che sia un male), dimentichiamo l'arrivo in questi anni dei petroldollari dell'emiro di turno e del fatto che la Francia è, o diventerà presto, la nuova mecca del calcio mondiale, ma, ci sia consentito, abbiamo ancora qualche dubbio.Magari per qualcuno il vero sogno è uno stipendio a sette zeri (in quattordici milioni di euro annuii di zeri, a dire il vero, ce ne sono “solo” sei, ma così rende più l'idea), anche per me, lo ammetto, ma per chi di milioni già ne prendeva dieci o dodici, non ci pare che la differenza giustifichi il riferimento ai “sogni”, anziché ai più terra-terra “affari”, pur legittimi.Attribuendo, sulla fiducia, ad Ibrahimovic un'intelligenza nella media (non conoscendolo non mi sbilancio), non credo che con queste dichiarazioni pensasse davvero di incantare qualcuno, né di attirare le simpatie dei suoi nuovi tifosi, per i quali, visto il passaggio da Gameiro a lui come centravanti, l'entusiasmo mi pareva già giustificato, anche se fosse stato zitto.Non è che magari sta cercando, più o meno coscientemente, di autoconvincersi di aver fatto la scelta giusta, proprio lui che si era sempre posto come obiettivo (o sogno) di alzare la Champions League?Magari gli andrà bene, chi lo sa, anche se prima del PSG dovrebbe vincere, per ragioni di precedenza, l'Anzhi di Eto'o, visto che solo un anno fa anche lui fece una scelta analoga, ovviamente per ragioni strettamente ed esclusivamente calcistiche, andando a svernare (pardon giocare) nella sicura futura protagonista del calcio mondiale.Tutto questo al netto dell'”antipatia” per il personaggio che mi deriva dall'averlo visto indossare la nostra maglia, tra magie e vittorie, e poi abbandonarla per quella che doveva essere l'ultima scelta da fare e dal pensiero di quello che avrebbe potuto realizzare e avremmo potuto vincere insieme, se la storia fosse andata diversamente.Ma questo, si sa, è solo un “sogno”; ma non sono proprio i sogni che ci aiutano a vivere meglio?http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2382