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Quattro deferimenti e un funerale


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di F. FilippinComincio spiegando la prima parte del titolo, pensato la sera precedente all'ufficialità dei provvedimenti palazziani.Quattro era riferito a Conte, Pepe e Bonucci (per i quali il deferimento mi pareva scontato, visto il vento che tirava e visto quanto si è soffiato da più parti per alimentarlo), e alla Juventus.Con sorpresa leggo stamattina che ci è stato risparmiato, di grazia, il deferimento alla società per trascinamento, osmosi, contagio o chissà quale altro artifizio si sarebbe potuto inventare.Non cambia molto nel mio umore, però.Sorvolo per questa volta sulla capacità di alcuni media di conoscere la tempistica dei deferimenti con largo anticipo (quanto alla sostanza i più forcaioli non ci hanno preso), che per alcuni (quelli che hanno ancora un'immagine romantica del giornalismo) si definisce “saper far bene il proprio lavoro”, per altri, invece, trova diversa ragione.Sorvolo anche sulla doppia velocità della giustizia sportiva, anche se parlare di velocità con riferimento agli 0 km/h di alcune indagini ci fa sorridere, così come i calcoli di alcuni (sempre i soliti) sulla presumibile durata del procedimento e sulle sue conseguenze in ordine alla possibilità di partecipare alla Supercoppa: ovviamente non viene presa in considerazione, come sempre, una eventuale assoluzione, ipotesi che, per i vari accusatori, esiste solo nella mente dei più inguaribili tifosi ottimisti..Cominciamo dal primo deferimento, quello all'allenatore, il più atteso (ed augurato, mi viene da dire) dai media: omessa denuncia. Qualcuno si è già affrettato a rassicurarci e a dirci che dobbiamo rallegrarci, perché il rischio era, ca va sans dire, di processo per illecito con una condanna molto più pesante.Ora invece, scrivono da più parti, c'è “solo” l'omessa denuncia (doppia o singola che sia): basta patteggiare e in qualche mese il nostro condottiero sarà di nuovo al suo posto: evviva, festeggiamo!Ed invece no, noi il patteggiamento non lo chiederemmo mai, e speriamo che questa soluzione non venga nemmeno presa in considerazione (da Conte no di sicuro, siamo pronti a metterci la mano sul fuoco), né suggerita dall'alto come opportuna o, quantomeno, come male minore.Perché se Carobbio non è credibile nella sua ricostruzione a rate sull'illecito di cui sarebbe stato parte Conte, non lo può essere neanche per il resto e non ci interessa, ovviamente, se questo potrebbe avere ripercussioni sulle sentenze già emesse: sono fatti che riguardano la Procura e gli avvocati di chi è stato già condannato.Quanto a Pepe e Bonucci, temiamo per loro che il rischio di essere coinvolti nelle vicende delle loro ex squadre, pur in un quadro accusatorio che ci pare a dir poco flebile, per non dire inesistente, sia grosso.Rimaniamo del convincimento che la necessaria (a chi?) velocità della giustizia sportiva non possa scadere in superficialità e che le accuse (infamanti e che macchiano una intera carriera) debbano trovare riscontri ben superiori alle dichiarazioni di “pentiti”, che ricordiamo, sono una cosa ben diversa dai “testimoni” .Questo dovrebbe valere non solo nella fase dibattimentale, con riferimento alla quale attendiamo gli sviluppi, ma anche nella fase dei deferimenti, che dovrebbero essere ispirati alla ricerca della verità e non alla costruzione di teoremi indimostrati. Ma sono cose che abbiamo tutti già visto accadere e, ormai, neppure più ci stupiscono.Come Juventini, lo diciamo con orgoglio, siamo abituati a fronteggiare, rimanendo sempre in piedi, il vento contrario, anche se si trasforma in tempesta.Lo faremo ancora, per opporci a chi ci vuole far cadere, sperando che la società questa volta faccia lo stesso, anziché, come purtroppo accaduto in passato, lasciarsi trasportare via.Ah dimenticavo, il funerale del titolo? E' quello che ci auguriamo di non dover celebrare questa volta per la giustizia (sportiva e non), sempre più agonizzante, in caso di assurda (lo diciamo sin d'ora) sentenza di colpevolezza.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2391