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Comicità involontaria


Auguriamoci che la pantomima in scena da oggi non sia destinata a durare dieci mesi. Antonio Conte costretto in qualche angolo dello stadio e guardato a vista dai cerberi (si fa per dire) della Federazione. La Gazzetta dello Sport, sempre ben informata (brava, anzi, bravissima!), oggi ci spiega in che modo gli juventini si siano organizzati. Conte la passa a Paratici; Paratici la crossa al team manager Fabris e quest'ultimo rifinisce per Carrera. Cosa? L'indicazione tattica, naturalmente. I "gazzettisti" hanno così messo in guardia i cerberi della Figc: occhio che questi juventini sono furbi e dopo aver occultato un gol valido a tale Muntari Sulley, sono capaci di qualsiasi diavoleria. Bello sapere che la Federazione pagherà vitto/alloggio, trasferte e quant'altro agli ispettori incaricati di controllare il pericoloso "Accentratore", al secolo Antonio Conte da Lecce. Abete dovrebbe augurarsi che i successivi gradi di giudizio riducano la squalifica: risparmierebbe un bel po' di soldi.Ma ci rendiamo conto di quanto ridicoli siamo diventati? Perché, fatte salve le "preziose" indicazioni della Gazzetta, tutti sanno benissimo che in un modo o nell'altro Conte troverà la via per mandare qualche suggerimento a Carrera che lo sostituisce in panchina. Ovvio che la sanzione rappresenti comunque un danno per l'allenatore e per la Juventus (che, ribadiamolo sempre, non c'entra niente con lo scandalo scommesse), ma se squalifica doveva essere, avrebbe avuto un significato reale proibendo a Conte di recarsi allo stadio e costringendolo a vedere la partita in tv, con una visione quindi assai limitata del campo e del gioco.Invece, nel solco della più gloriosa tradizione italica del compromesso pasticciato, si condanna Conte e si assolvono Bonucci e Pepe; si ritiene attendibile Carobbio e non credibile Masiello; si squalifica l'allenatore bianconero ma gli si dà comunque la possibilità di assistere alla gara dal vivo, armando una penosa impalcatura di controllo destinata più ad un film comico che ad un evento serio.Ma che giustizia è? Che paese è? Neppure il coraggio di applicare con rigore una sentenza ingiusta. Se non ci fosse di mezzo la dignità e la carriera di un uomo, verrebbe quasi voglia di riderci sopra. In realtà, la pantomima che inizia oggi, non è altro che l'epressione logica di una sentenza fatta di mollica di pane ed acqua. Totò, in un celebre film, era intento ad assicurarsi che il suo busto di mollica per l'appunto, rimanesse sempre umido per non sgretolarsi; la Figc userà due poveri addetti per controllare che la sanzione venga applicata.Due espressioni di comicità, solo che la seconda, ahinoi, è goffamente involontaria.