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Scommessopoli a colori....


di E. LoffredoQualche giorno fa ho avuto la fortuna di leggere alcuni articoli sulla sentenza che ha ufficializzato la condanna di dieci mesi ad Antonio Conte (le sanzioni e le assoluzioni si conoscevano già da giorni...). Un dato mi è apparso evidente quasi tutti esprimevano motivi di critica alla sentenza e/o alla giustizia sportiva. Tutti tranne quelli di un quotidiano, indovinate quale.Se da Alvaro Moretti e Simone Di Stefano ("Ma non finisce qui") potevamo aspettarci un'aperta critica alla Procura federale e alla commissione disciplinare, lo stesso non potevamo attenderci da altre firme. Eppure anche alcuni storici sostenitori della giustizia sportiva hanno dovuto riconoscere che la condanna a Conte nel migliore dei casi è poco spiegabile. Maurizio Crosetti ("Giustizia sportiva tutta da rifare") ha rimarcato la ridicola figura fatta da Palazzi, che prima chiede tre anni e sei mesi e poi rincorre Bonucci (e anche Pepe) offrendogli il patteggiamento. Il giornalista di La Repubblica afferma addirittura che «Ci sono magistrati che si dimettono per molto meno».Marco Mensurati e Giuliano Foschini si spingono addirittura a confutare alcuni passaggi delle motivazioni che condannano (in primo grado) Conte a stare dieci mesi lontano dalla panchina, il titolo del loro articolo è eloquente: "Le troppe contraddizioni dei giudici un teste credibile solo contro alcuni".Chissà, forse Crosetti e Mensurati per una volta danno risalto ad aspetti cari al popolo bianconero solo per poter spendere in futuro una loro imparzialità. Fatto sta che non hanno ignorato aspetti macroscopici della decisione di Artico.Chi come al solito segue la propria linea editoriale è la gazzetta dello sport. Nei due articoli a firma di Palombo (“Toni rispettosi, ecco il fatto nuovo”) e Galdi ("Juve, una botta e due sollievi) non si fa altro che ricopiare in carta carbone le motivazioni della Disciplinare, avendo cura di non metterne in dubbio la logicità e le contraddittorietà. Anzi, pare (almeno a chi scrive) di assistere al un tentativo (l'ennesimo) di voler corroborare le decisioni di Artico presso l'opinione pubblica. Entrambe le penne della gazzetta sottolineano inoltre l'atteggiamento più soft della Juve. Atteggiamento ravvisabile sia nella nota della società (di tutt'altro tenore rispetto a quella di una settimana prima in cui si definiva «dittatoriale» l'agire della FIGC), che nelle parole dell'avvocato Chiappero: «Palazzi è stato corretto».Alla Gazzetta il solco viene seguito anche per presentare al popolo gli appelli di Palazzi contro i proscioglimenti della Disciplinare. Al di là di quel «juventini ancora a processo» riferito a Pepe e Bonucci (poi ci dicono che non è vero che puntano proditoriamente i fari solo su tutto quello che è bianconero), è emblematico che il quotidiano rosa definisca «a prova di bomba» le memorie d'appello di Palazzi. Dando per scontato che il quotidiano di Verdelli e Palumbo abbia il testo del ricorso (non sarebbe una novità, visto che loro certe carte le ottengono sempre prima), è sintomatico che si produca già in un giudizio sulla solidità dell'impugnativa del procuratore federale. Anche questo è un ottimo tentativo per indirizzare l'opinione pubblica e anche i componenti della Corte di giustizia federale. Quelli del giornale rosa sono fatti così, quando la procura federale ha bisogno di essere in qualche modo legittimata, loro ci sono sempre. Gli amici che ci stanno a fare?http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2427