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Piccoli Goebbels antijuventini crescono


di L. BassoScavando nei ricordi della mia giovinezza, c'è un episodio che vi si è fissato nonostante, di per sè, sia oggettivamente solo un aspetto secondario di un fatto importante.Stavo guardando con le lacrime agli occhi la tragica fine di un pilota di F.1 certamente non tra "i più grandi", ma sicuramente uno di quelli che più di ogni altro ha saputo far battere i cuori degli appassionati con il suo stile di guida sempre al limite.La macchina che impazzisce dopo un contatto, il corpo del pilota strappato via dall'abitacolo come un pupazzo da una mano invisibile che lo fa volare attraverso la pista e lo lancia proprio contro un paletto della recinzione.Poi silenzio, si spengono i motori. Le scarpe giacciono lontano dal corpo, così il casco ed il volante.L'8 maggio 1982 moriva Gilles Villeneuve.Sigla del TG e parte la pubblicità. Il primo spot è quello di una nota marca di carburanti, dove si vede la Ferrari 126 del canadese fare rifornimento, il suo casco blu e rosso tra la selva di meccanici, la macchina che riparte sgommando. Quella è l'immagine che mi colpisce. Abbiamo appena visto quell'uomo giacere per terra, come un burattino senza fili, con le vertebre spezzate dall'impatto. Eppure la sua immagine viene usata per vendere qualche litro di benzina in più. Ovvio, a distanza di anni posso capire le ragioni del fatto: Promo e spot vengono girati e programmati per tempo, difficilmente si poteva cancellare uno spot di punto in bianco dalla carrellata pur con tutto il rispetto per Gilles. E lì si parlava proprio di tempi molto ridotti, e soprattutto di altre tecnologie. Però per me rimarrà sempre un qualcosa di "sconveniente", una inopportuna mancanza di rispetto se non per il campione, per quella pietas umana che è dovuta a chiunque metta la sua mano in quella della vecchia Mietitrice. In questi giorni estivi, un pò per le scarne programmazioni delle stazioni consuete, un pò per provare a seguire le vicende del calciomercato e di "scommessopoli", ho memorizzato sulla mia autoradio una nuova stazione, che tratta argomenti sportivi 24 ore su 24.Lo ammetto: l'impressione non è delle migliori fin dall'inizio, ma posso comprendere la difficoltà di riempire 24 ore di trasmissioni trovando sempre cose nuove da dire. Capita infatti che durante la giornata vengano riproposti più volte gli stessi interventi, gli stessi servizi dei notiziari... per l'ascoltatore occasionale non c'è alcun problema, ma per chi passa molto tempo in auto la cosa è un pò stucchevole, alla lunga.La seconda impressione... ahimè, non è migliore.Chiamatemi rancoroso e prevenuto, ma mi pare che gli interventi in studio siano dettati dalla solita linea di altre emittenti radio-televisive: giornalisti di testate più volte citate nel nostro forum (e non intendo positivamente), interviste con le solite domande OT fatte apposta per provocare certe risposte... avete capito, insomma.Quello che però mi colpisce veramente come un sasso in mezzo agli occhi sono i cosiddetti "intervalli".Spesso infatti vengono mandate in onda delle schede biografiche di alcuni calciatori: Ibra, Milito, Thiago Silva... costruite con l'enfasi tipica dei commentatori sportivi, queste schede ripercorrono tutta la carriera del giocatore fino ad oggi.Oddio, fino ad oggi... non sempre.Scopro infatti che, per chi fa queste schede, Pirlo è ancora la mente illuminata che guida il gioco del Milan. Per non parlare di Giovinco, al quale il Parma si affida per tornare grande. O di Giaccherini, che il Cesena "si tiene ben stretto".Per carità... qualcuno mi dirà che mica si può gettare nel cestino un file e rifarlo ogni volta che un giocatore cambia casacca (perchè, poi, non si possa, non mi è chiaro, ma tant'è...) ma signori... Pirlo è un anno che è alla Juve... mica da ieri... e proprio questa stagione è stata tra le migliori della sua carriera...Pare insomma (ma pare, eh?) che l'impressione sia quella di ignorare coscientemente la Juventus, o perlomeno quanto di positivo giri intorno al mondo bianconero. Tant'è vero che, con tutto il rispetto per "Giaccherinho", che a me come giocatore piace molto, penso che una "scheda" la meriterebbero anche molti altri nomi juventini: Buffon, Chiellini, Marchisio... e invece non ve n'è traccia, a meno che vengano trasmesse tra le 2 e le 3 di notte.Circostanza che trova una sorta di conferma, per così dire, in alcuni jingle che vengono inseriti qua e là con estratti da alcune trasmissioni sportive: il triplice "Campioni del Mondo" di Martellini, la replica in stile "peace & love" di Caressa del 2006, il coccolone sfiorato da Galeazzi in una gara di canottaggio, Ibra che dichiara "sono venuto qui per vincere e quest'anno vinciamo tuto (o io spaca botilia!)".Della Juve, in questo caso, c'è traccia. Nelle parole di un Luciano Moggi scoraggiato e vinto che non risponde alle domande dei giornalisti ed annuncia le sue dimissioni (il famoso "Mi hanno ucciso l'anima").Il messaggio è, ahimè, abbastanza chiaro. La Juve non è quella di "Magic" Pirlo. E non importa se è anche quella che ha dato la possibilità di gioire sia a Martellini che a Caressa.La Juve è quella di Moggi, delle sue ruberie e dei suoi malaffari, la Juve è quella di Calciopoli, e anche se Moggi non c'è più poco importa. Essere disonesti è nel DNA della Juve, cambiano gli uomini ma la "fedina penale" rimane la stessa. Questo è il messaggio che si fa passare, magari involontariamente, per carità, ma la buona fede io posso riconoscerla soltanto a patto che mi dimostrino che la programmazione la curano Ciccio Oco e Paperoga, con la loro tipica professionalità."Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità." (J. Goebbels - ministro della propaganda del Terzo Reich)http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2463