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2005 - Il Trionfo Della Triade, Appuntamento con la storia...


Juventus vicina al 1° scudetto dopo l'addio a Gianni e Umberto. Implacabili, "cattivi", vincenti: così Giraudo, Moggi e Bettega stanno trionfando in propriodi Luca Curino (Gazzetta dello Sport, 10/05/2005)TORINO, 10 maggio 2005 - Il 28° scudetto della Juventus sarà più che mai lo scudetto della Triade. Non perché negli ultimi cinque, quelli conquistati sotto la loro gestione, Moggi, Giraudo e Bettega non vi abbiano messo mano, anzi. Ma perché il prossimo sarà il primo senza la "tutela" di un Agnelli al vertice della società. Dalla morte di Umberto, infatti, nessun membro della famiglia compare nell’organigramma. Se si considera che 26 dei 27 campionati conquistati dai torinesi sono arrivati negli 82 anni di proprietà degli Agnelli, quello che verrà avrà una connotazione del tutto particolare.Vero che la tutela del Dottore era più morale che pratica. Suoi gli uomini e l’indirizzo, ma neanche una lira o un euro di investimento : la Juventus in questo periodo si è autofinanziata. Ma Umberto era sempre il punto di riferimento, rappresentava la proprietà con più carisma degli eredi. Prima di questa stagione, invece, quel riferimento è venuto a mancare e la storia di questo Paese, quella di un’intera città, racconta quanto potere, peso e influenza avessero gli Agnelli.Ora che i due fratelli non ci sono più, il futuro di Torino e del suo motore industriale è sicuramente difficile. La Juventus invece ha dimostrato in questa stagione di saper correre da sola e primeggiare anche senza la loro tutela . Riesce difficile immaginare il Milan o l’Inter senza la presenza e/o i soldi di Silvio Berlusconi e di Massimo Moratti. La Juventus senza Agnelli è una realtà vincente sotto gli occhi di tutti. Questo grazie a Umberto che undici anni fa volle svincolarla dalla Fiat rendendola autonoma. Le strategie economiche, industriali e tecniche sono state tutte della Triade, compresa l’ultima scelta, determinante per il probabile scudetto 2005. Il giorno prima che morisse il Dottore, Moggi, Giraudo e Bettega arruolarono Fabio Capello. La coincidenza dei due eventi, tanto importanti per la vita della società e della squadra, fu tale che per suggestione Capello passò per l’ultimo regalo di Umberto alla Juventus. In realtà non andò così. All’allenatore della Roma a Torino in quei giorni drammatici non pensava nessuno, tantomeno Agnelli. I dirigenti erano già in parola con Didier Deschamps, quando furono informati della clausola rescissoria grazie alla quale Capello poteva svincolarsi dalla società di Sensi. In poche ore chiusero un’operazione che pareva impossibile, da fantacalcio.Fu un autentico blitz e non ci furono né il tempo né il cuore di consultare Umberto che si stava spegnendo. Fece tutto la Triade, in autonomia come sempre, ma per la prima volta senza l’avallo della proprietà. Era una scelta per niente facile vista la provenienza del tecnico e gli screzi precedenti, però si è rivelata giusta e vincente. Non è stato facile neanche portare via Emerson alla Roma, dopo l’ingaggio di Capello e di Zebina. Visti i problemi finanziari della controparte, solo tanti soldi potevano indurre Sensi a mollare il brasiliano. Ma la Juventus che si apprestava a chiudere il primo bilancio in rosso dopo anni di utili non li aveva e non c’era più chi avrebbe potuto darglieli. Perciò ancora una volta la Triade ha fatto ricorso alla sua formula di successo, quel vendere per comprare che fin dal principio ha contraddistinto l’attuale gestione, e Di Vaio è andato al Valencia.L’ingaggio di Fabio Cannavaro, scambiato alla pari con l’oscuro e pure malconcio Carini, è stato un capolavoro di Moggi, ma con Zlatan Ibrahimovic la Juve ha rischiato grosso. Anche in questo caso era necessario trovare prima il denaro, recuperato da Della Valle grazie alla cessione in comproprietà di Miccoli, Chiellini e Maresca alla Fiorentina. Quando però Miccoli era già viola, in chiusura del mercato l’Ajax ha preteso delle fidejussioni che non era facile produrre in così breve tempo e per un paio d’ore la Juventus si è trovata senza il leccese e senza Ibrahimovic. Altre volte in passato era stata la Ifil, ovvero la proprietà, a fornire le garanzie finanziarie richieste, ma in questo caso non si poteva: non c’era più la tutela di Umberto Agnelli. Il rischio si risolse grazie ai buoni rapporti dell’amministratore delegato con una banca.Abilità e relazioni della Triade hanno permesso di costruire una squadra vincente anche senza l’assistenza della famiglia , senza un Agnelli al vertice della società o anche solo nel consiglio di amministrazione. (Anzi, alcune esternazioni di Lapo Elkann in questa stagione hanno piuttosto irritato la dirigenza). E continuerà così, perché i tre nuovi consiglieri che verranno annunciati nell’assemblea di domani sono dei tecnici, professionisti italiani e stranieri nel campo del marketing, della finanza e giuridico. Dell’ingresso di uno o più membri della famiglia si riparlerà più avanti. Ma quest’anno Giraudo, Moggi e Bettega hanno brillantemente superato l’esame.