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Modello Farina o modello Carobbio?


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Si fa un gran parlare di Farina, soprattutto da quando la sua storia è stata raccontata come una bella favola (ospite d’onore della Nazionale, ambasciatore della Fifa). Ne parlano (troppo) anche Prandelli, Abete, Petrucci, fingendo di mostrare attenzione verso il giocatore che con coraggio ha denunciato il tentativo di combine. Un pour parler senza concretezza ma con molta retorica.Un richiamo agli eventi. Simone Farina denuncia alla procura federale di Stefano Palazzi la proposta di combine ricevuta da Zamperini , che gli aveva offerto 200 mila euro per perdere la gara di Coppa Italia contro il Cesena, a fine settembre. Dopo ben 40 giorni (come riportato da notizie di stampa), con un fax del 3 novembre, Palazzi avverte la procura di Cremona della confessione di Farina, ma solo dopo essere venuto a conoscenza degli sviluppi e di imminenti nuovi arresti.Carobbio, il pentito su cui Palazzi ha costruito la sua inchiesta, è accusato di 416 pluriaggravato da cui deve difendersi in sede di giustizia ordinaria. L’accusa è di associazione a delinquere (composta da un numero superiore a 10) e reato transnazionale. Rischia una pena molto alta: per questi reati in Turchia alcuni calciatori - come ricordava l'avv. Bongiorno - sono stati condannati a 13 anni di reclusione.L’avvocato Bongiorno, nell’arringa a difesa di Antonio Conte aveva così spiegato la situazione: “Carobbio ha fatto una scelta: la scelta di cercare di difendersi in sede penale con quello che sta facendo qui nel processo sportivo”… “Se Carobbio riesce a trasformare l’associazione a delinquere in frode sportiva passa da quella pena altissima, alla mera frode sportiva”… “se io fossi stata legale di Carobbio gli avrei suggerito: devi derubricare il tuo reato; il tuo reato non deve essere associazione per delinquere pluriaggravata, perché rischi pene enormi: tu devi derubricare quegli accordi che sono stati posti in essere in esecuzione del piano degli zingari, in accordi da spogliatoio; in così fan tutti”. Inutile ricordare che nell’ultima audizione, quella rivelatrice del 10 luglio davanti alla giustizia sportiva, Carobbio fa esattamente quello cui l’avvocato Bongiorno ha ben riassunto. Da un semplice esame del materiale disponibile sul web (provvedimenti di Palazzi e della procura di Cremona), emerge un Carobbio come l’anello di congiunzione (accentratore?) con gli zingari: incassa soldi, consiglia i compagni sui comportamenti da tenere in campo, un tuttofare sempre nel vivo degli eventi illeciti.Abbiamo chiare due realtà. Una in cui un giocatore, Farina, non famoso, che non tira in ballo nomi immagine, che si comporta da perfetto sportivo e denuncia nei modi e nei tempi corretti il tentativo di combine alla giustizia sportiva, che vede la sua denuncia accantonata in un cassetto. L’altra dove un pentito, Carobbio (“Pippo”), solo dopo essere stato colto con le mani nella marmellata, cerca di derubricare la sua pena attraverso “l’arricchimento progressivo” delle sue dichiarazioni confessorie, spesso con ricostruzioni a rate contraddittorie con le precedenti e con quelle poste in correlazione ad altri testi, ottenere la massima fiducia del procuratore sportivo che su di lui basa la sua accusa.C’è chiaramente qualcosa che non va. Se è vero che l’obiettivo della giustizia sportiva è quello di frenare velocemente comportamenti illeciti, è inspiegabile che una denuncia come quella di Farina venga presa in esame solo quando non è più possibile farne a meno. Chi potrà mai dire se quella denuncia avrebbe o no avuto un seguito se la procura di Cremona autonomamente non avesse condotto un’inchiesta parallela? E’ o no un comportamento che denota come la federazione non abbia interesse a far scoppiare il bubbone pur essendo a conoscenza di comportamenti illeciti? Ma quale è l’altra assurdità della situazione? I pentiti spinti a fare nuovi nomi ed allargare il giro, hanno tirato dentro all’inchiesta chiunque poteva essere funzionale per ottenere uno sconto di pena, senza essere chiamati a provare le loro accuse. Parole che hanno giustificato, in alcuni casi, il deferimento e la condanna di giocatori in relazione a quelle partite di fine campionato dove, senza più obiettivi, non solo i risultati sono scontati ma quasi invocati da un ambiente abituato a questa farsa di fine stagione. Per la cultura sportiva italiana è normale "regalare" le partite di fine campionato e la Federazione è da anni che vede questa realtà come la vediamo tutti noi. Poteva fare qualcosa prima che si arrivasse a questo punto?Il pentito così facendo ottiene lo sconto ed una pena di molto inferiore a quella che doveva essergli comminata per i reati posti in essere, ha la prospettiva di rientrare dopo qualche anno all’interno del mondo sportivo e magari “insegnare ai bambini” i valori dello sport. Farina sarà costretto ad emigrare in Inghilterra per insegnare le regole del fair play a dei ragazzi. Altra bella figura per il nostro calcio!Dicono che la miglior difesa sia l’attacco, sarà per questo che Palazzi accusa l’ambiente del calcio di essere omertoso. Inutile nascondersi dietro parabole di convenienza: l’ambiente è così anche e soprattutto perché non adeguatamente protetto dalla federazione. Ne abbiamo la piena dimostrazione dai fatti.Anche perché allo stato attuale, al prossimo tentativo di combine, il “Farina” della situazione deciderà di denunciare il reato rischiando la fine della propria carriera, magari con una federazione disinteressata che lascerà la sua denuncia in un cassetto, o sceglierà la strada premiante di Carobbio? Gli attestati di stima, i richiami all’etica (o all'etichetta?) di abetiana memoria, possono servire per quei talk show tutte lacrime costruiti appositamente per emozionare, oppure per mostrarsi all’opinione pubblica come virtuosi, non certamente per dare un segnale concreto di lotta alle scommesse clandestine. http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2519