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Il Giornale - La Signora cala il sipario sulla recita dell'oracolo di Praga


Fonte: di Tony Damascelli per "Il Giornale"© foto di www.imagephotoagency.it
Sempre. La stessa espressione mentre la Juventus ne faceva tre, in minuti venti, e la Roma si scioglieva, spariva, annaspava. Nessuna smorfia, una statua di cera, gialla e rossa, per la rabbia, per l'umiliazione. Perché non c'è altra storia che questa, il campo non tradisce, Zdenek Zeman lo sa da quando ha messo piede in Italia, fuggendo dalla sua terra comunista di cui non parla se non raramente. Non ci sono martiri e vittime del sistema, ci sono eventuali bluff, smascherati dal gioco, dai risultati. Lo stadio gli ronzava attorno come uno sciame di api, Zeman aveva voltato la testa, sotto la pioggia torinese, per capire in che teatro fosse capitato, cercando di scovare qualche striscione di offesa. Niente mortaretti, niente bombe carta, soltanto i fuochi d'artificio di Pirlo, Vidal, Matri e il boemo ad appuntire ancora di più quel viso già di sbieco, le labbra strette segnale di fumo nero, significa che le cose non gli garbano. L'oracolo di Praga è sembrato un uomo solo e nemmeno al comando, incacchiato e ingobbito nella sua tuta, sbalordito dalla povertà assoluta della sua scolaresca, dai propri errori ma anche dalla propria presunzione. Domande: Chi non ha capito la sua lezione? O è il docente che non si fa intendere anche quando continua a dare indicazioni? O forse l'oracolo non può vivere di rendita in eterno con le proprie sentenze alle quali abboccano le anime cosiddette candide e ignoranti? L'hombre vertical si è ritrovato disteso dalla rumba bianconera. In piedi, con le braccia conserte, u' mutu, come lo chiamava suo zio Cestmir Vycpalek che con la Juventus vinse due scudetti, non so se illeciti o ingiusti come lo stesso nipote sostiene, Zeman, dunque, ha finito ieri sera la sua recita da avanspettacolo che ha trovato la sua espressione più ridicola con la staffetta tra Totti e Perrotta, quasi uno schiaffo al capitano che finora ha retto in piedi la squadra e lo stesso boemo.