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Caso Conte: quelle strane certezze...


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di F. FilippinIl ruolo del giornalista di cronaca giudiziaria è sempre stato caratterizzato da una certa ambiguità di fondo: per carità, per alcuni l'essere in grado di rivelare cose che per altri sono segrete ed anticipare decisioni prima che vengano rese pubbliche è una qualità che deve rientrare nel bagaglio di un giornalista; per altri, come il sottoscritto, quello che accade in un procedimento giudiziario, al di là del suo contenuto, dovrebbe essere a “tenuta stagna” e ogni fuga di notizie, anche quando non punita penalmente, dovrebbe essere evitata, per non dar luogo a strumentalizzazioni o comunque ad usi distorti delle informazioni.Il caso Conte, ci pare, in quest'ottica, illuminante.2 ottobre: giorno dell'udienza avanti il TNAS.Nella mattina tutti, ma proprio tutti, i giornali che si occupano della vicenda esordiscono con la propria anticipazione sull'esito del giudizio, che, di fatto, doveva ancora cominciare.Curiosamente tutti sono concordi sullo “sconto” (termine che fa rabbrividire, considerando che parliamo di giustizia e non di una vendita al mercato) che riuscirebbe a spuntare Conte (quasi fosse un gentile omaggio), con una piccola differenza: il numero sei ricorre ovunque, solo che per alcuni si tratta della riduzione della pena, per altri della pena dopo la riduzione.Verrebbe quasi da dire, ovviamente sorridendo, che qualcuno deve aver capito male...3 ottobre: giorno successivo all'udienza in cui si sono, in pratica, solo avanzate le richieste istruttorie, peraltro abbastanza scontate.Tutti i quotidiani sono concordi (ancora) nel dare per certo il rigetto delle richieste e la pronuncia del lodo per venerdì, senza alcuna audizione di nuovi testi, confermando nel contempo il risultato previsto, essendo stata per loro evidentemente del tutto inutile l'udienza.Anche questo ci pare curioso: non si tratta, infatti, né di ipotesi o di previsioni (nessun “operatore del diritto” si azzarderebbe, comunque, ad usare termini tanto perentori, dal momento che, per quanto certi e convinti si possa essere delle proprie ragioni, le decisioni vengono prese da terzi), ma di affermazioni categoriche con il valore, quasi, di “verità rivelate”, come e da chi non si sa. Ammiriamo certi giornalisti, in grado di risolvere in men che non si dica quesiti giuridici studiati in settimane di lavoro da avvocati di grido e sottoposti all'attenzione di esimi giuristi e ad emettere sentenze con tanta celerità e sicurezza, tanto da rendere quasi superfluo il lavoro delle persone preposte a questo, probabilmente riuscendo a leggere nelle menti degli arbitri quello che ancora non hanno stabilito.Verrebbe, però, da farsi qualche domanda in proposito.Le risposte, o almeno alcune, le avremo con il lodo, che ci farà capire molte cose. Oggi possiamo solo dire che questo comportamento ci fa storcere il naso, perché, anche a non volerlo ritenere come sintomo di qualcosa di più grave, appare quantomeno come l'ennesimo tentativo di sfruttare la vicenda e di strumentalizzarla contro chi è stato, in maniera del tutto assurda, preso a simbolo di uno scandalo nel quale non avrebbe dovuto mai neppure essere coinvolto.Rassegna stampa del 02.10.2012Rassegna stampa del 03.10.2012 http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2542