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MACEDONIA DI SCIOCCHEZZE


© foto di Daniele Buffa/Image Sport
“A Pechino è stata giocata una Supercoppa fasulla perché io non dissi niente al guardalinee e l’arbitro Mazzoleni mi mostrò il cartellino rosso. Di una cosa si può esser certi: nella prossima partita, quella che sabato prossimo giocheremo allo Juventus Stadium, terrò la bocca cucita. Anzi, non girerò neanche la faccia verso il guardalinee o verso l’arbitro qualora dovessi subire un fallo. Ormai ho capito come si deve giocare contro la Juventus”. Così parlò Goran Pandev dal ritiro della Nazionale macedone. Altro veleno e frasi pesanti come le insinuazioni che sottintendono. “Ho capito come si deve giocare contro la Juventus”: ci farebbe piacere lo spiegasse anche a noi, così, per curiosità. Sì perché di queste continue accuse a mezza bocca, costruite su postulati mai dimostrati, ne abbiamo piene le tasche. Pandev, che ai tempi della Lazio fu ad un passo dal vestire quella casacca che oggi sembra provocargli l’orticaria (trasferimento saltato per la mancata partenza di Trezeguet), dovrebbe ricordarsi di quanto accadde in quella finale di Supercoppa, con il suo allenatore intento ad azzoppare il Napoli togliendo Cannavaro e Hamsik dal campo, quando gli azzurri erano ancora in vantaggio, per Fernandez, autore del fallo da rigore su Vucinic, e Gargano. Magari, contro la Juve si vince evitando di sbagliare tempi e scelte delle sostituzioni, prima di tutto.Pandev non è proprio uno stinco di santo sul prato verde: trenta ammonizioni in serie A e due espulsioni (inclusa quella in Supercoppa), più altri due rossi per somma di gialli rimediati con Lazio e Macedonia. L’attaccante farebbe bene a tenere “la bocca cucita”, ma non perché si gioca contro la Juventus: semplicemente perché, a giudicare dalle statistiche che lo riguardano, non pare proprio il prototipo del calciatore disciplinarmente esemplare.Infine, un’ultima considerazione. Come pensa che l’arbitro destinato a dirigere il prossimo scontro diretto del 20 ottobre, potrà considerarlo dopo queste dichiarazioni? Dovrebbe avere l’esperienza necessaria per sapere che certe uscite, in un modo o nell’altro, si scontano sul campo. E non per colpa dell’avversario che si affronta: piuttosto per semplice, propria, imperizia.