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Conte doveva abbaiare alla luna?


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Abbiamo in più occasioni dato risalto ad una giustizia sportiva che troppo spesso agisce utilizzando due pesi e due misure. L’argomento che ha tenuto banco negli ultimi mesi è quello legato al caso Conte per le note vicende sul calcioscommesse, un banco di prova che ha finito per dare una nuova conferma ad un certo modo di condurre le indagini e i processi sportivi.Siamo in attesa di leggere le motivazioni del Tnas che ha ridotto la squalifica del tecnico juventino a 4 mesi – decisione politica che molti considerano necessaria per salvare la faccia al super confermato Palazzi ed al lanciatissimo Abete in odore di ricandidatura – ma c’è ancora margine per capire la discrezionalità utilizzata nel giudizio di condanna riservato al solo Conte.Ricordiamo che se per Conte vale il “non poteva non sapere”, tanto da essere l’unico appiglio a giustificare una condanna seppur minima, stessa valutazione non ha colpito Mondonico, allenatore dell’Albinoleffe proprio per la partita oggetto di presunte combine con il Siena, non deferito dal procuratore Palazzi e non toccato da nessuna insinuazione mediatica.Ricordiamo anche che il tecnico juventino è stato colpito da un nuovo deferimento per aver espresso, nella conferenza stampa post sentenza della Corte Di Appello, "giudizi e rilievi lesivi della reputazione e dell'operato degli Organi di Giustizia Sportiva". Nella stessa conferenza, Conte aveva ben specificato: “Perchè uno dice calcioscommesse...scommesse, scommesse, scommesse...qui di scommesse non c'è niente...non ho mai scommesso io'. Omessa denuncia... se vedevo qualcosa, avrei dovuto denunciare. Ma se non ho visto niente, io che devo denunciare? Ma mi devo inventare una denuncia? Ma di che stiamo parlando?” Sullo scandalo delle scommesse è stata chiesta un’opinione a Delio Rossi, che ha affermato: "Sulle combine non ho mai avuto prove, ho avuto delle sensazioni, ho visto molte squadre che andavano il doppio rispetto alla mia, sapendo che io penso di allenare anche educazione fisica. Ma se non hai prove significa abbaiare alla luna". Forse questa dichiarazione è utile per meglio comprendere la realtà. Antonio Conte è stato accusato dalle parole di un pentito, la cui credibilità è alterna anche per la stessa giustizia sportiva; è stato condannato sulla base di un’accusa da cui è impossibile difendersi (“non poteva non sapere”); un collega racconta che pur avendo avuto sensazioni non ha denunciato perché non aveva prove. Viene naturale chiedersi: perché le sole parole di Conte possono essere messe in dubbio? Cosa lo rende meno credibile di chiunque altro? Aspetti questi che mostrano come le evidenze sono tante e tali da non lasciare alcun dubbio. Una sorta di accanimento verso Antonio Conte, la vittima predestinata di questo scandalo, usata per distogliere le attenzioni dal calcioscommesse, quello vero, circoscrivendolo intorno all’omessa denuncia del tecnico juventino. Questa è la giustizia sportiva che vorrebbe anche essere credibile…http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2569