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Caso Conte: sempre più ‘sconcertati’


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di F. FilippinMario Sconcerti è stato piuttosto fecondo in questi ultimi tempi con riguardo ad un argomento che pare stargli molto a cuore: la squalifica di Antonio Conte.L'ultimo intervento, pubblicato il 18 ottobre nel suo blog sul sito corriere.it è ancora dedicato alla vicenda e porta avanti una teoria singolare.Nell'articolo si sostiene che la squalifica sarebbe ingiusta non nel merito, ma per il semplice fatto che non si potrebbe pretendere da un tesserato a conoscenza di un illecito di denunciarlo, in quanto un comportamento simile gli costerebbe un forzato esilio a causa dell'ostracismo che mostrerebbero tutti, dirigenti e calciatori, nei suoi confronti, come capitato a Farina del Gubbio, costretto ad appendere le scarpette al chiodo per l'impossibilità di trovare una nuova squadra.La fondatezza o meno di questa tesi non ci interessa.Quello che interessa è la premessa: Conte era a conoscenza dell'illecito.Nessun dubbio.L'articolo, volutamente provocatorio, ha già suscitato reazioni, soprattutto, curiosamente, da parte di "antijuventini", che al solo sentire attribuire a Conte la qualifica di eroe, a prescindere dal perchè, sono subito trasaliti, senza neppure soffermarsi su quello che avrebbe dovuto, invece, farli contenti: l'ennesima occasione di affermare come certa la colpevolezza del tecnico. Non sappiamo se fosse davvero questa l'intenzione di Sconcerti, ma il messaggio che passa è fuorviante.D'altra parte Sconcerti già qualche giorno fa, sulle pagine del Corriere della Sera, aveva espresso chiaramente la sua posizione: "L’illecito di cui è accusato Conte per omessa denuncia è conclamato. E l’ha commesso al Siena. Conte dovrebbe una spiegazione sul perché l’ha commesso e sul perché ha scelto di farsi difendere dalla Juventus." Conclamato, proprio così.In un ipotetico confronto, a fronte delle nostre rimostranze, immaginiamo che l'opinionista ci opporrebbe che ora ci sono delle sentenze e che, quindi, sostenere l'innocenza è impossibile.Non conosciamo ancora le motivazioni del recente lodo arbitrale, come pensiamo non le conosca (o almeno così dovrebbe essere) Sconcerti, ma basandoci sulle precedenti ci pare che tutto si possa dire meno che la colpevolezza di Conte sia conclamata. Nessuna prova, ma solo teorie e teoremi indimostrati, il famoso "non poteva non sapere", che fuori dalle aule della giustizia sportiva fa rabbrividire anche chi non è esperto di diritto.Lo stesso Sconcerti, esprimendosi sulla Giustizia sportiva, così scriveva dopo la sentenza di appello: "Il calcio ha dovere di essere sbrigativo, non può dibattere. Non cerca giustizia pura, cerca un modo non scandaloso di risolvere questioni importanti per poter poi ricominciare il campionato. Se si facessero processi giusti non ci sarebbe il tempo di giocare. Con questo tipo di giustizia impossibile, è giusto patteggi chiunque. Non si cerca l'essenza dell'innocenza, si cerca di dimenticare in fretta qualunque cosa sia successa." Nessun vero dibattimento, nessuna giustizia pura, nessun processo giusto: eppure Conte è colpevole.Il principio per cui a fronte di una sentenza definitiva viene meno la presunzione di non colpevolezza, non può certo essere invocato in questo caso, perchè non c'è stato un processo secondo i crismi di uno stato di diritto, in cui l'imputato, almeno in astratto, è messo in condizione di potersi difendere da chi deve dimostrare la sua colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio.Nulla di tutto questo c'è stato per l'allenatore bianconero, ma Sconcerti ora pare, o vuole, dimenticarsene.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2575