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«Conte non squalificato sulla base del tifo»


Abete: «Bisogna saper svolgere il proprio ruolo ed essere equi nel giudizio al di là delle simpatie e antipatie che si posson avere»
© Foto LiveraniROMA - "Non pensate che si giudichi sulla base del tifo. Una volta un mio amico giornalista mi ha detto: i giudici sono tifosi. Ma voi avete visto mai una persona che sta nel mondo del calcio che non è tifosa? Il problema è un altro: saper svolgere il proprio ruolo ed essere equi nel giudizio al di là delle simpatie e antipatie che si posson avere". Così il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha risposto a uno studente se la squalifica del tecnico della Juventus, Antonio Conte, nell'ambito del Calcioscommesse fosse stata condizionata dal tifo dei giudici sportivi. "La confusione che si fa tra gli organi di giustizia sportiva e quelli di rappresentanza politica è impressionante – ha rilevato Abete, a margine dell'evento 'IncontriAmo lo sport' svoltosi presso l'università Luiss di Roma -. In un paese civile la giustizia funziona quando è autonoma. Il nostro ordinamento sportivo si basa su principi di equiità, correttezza e trasparenza e ha regole più stringenti: in un processo penale l'omessa denucia è un reato solo per pubblici ufficiali; nel sistema sportivo, invece, qualunque soggetto ha il dovere di dire se c'è stata un'omessa denunucia". "Conte è stato squalificato e sta passando un momento particolare perchè non può seguire la propria squadra – è il commento del ct della Nazionale, Cesare Prandelli -. Si sente sicuramente in difficoltà. Ma tutti noi dovremmo avere la correttezza di accettare i verdetti della giustizia sportiva. Le scommesse nello sport? Purtroppo sono legali e vanno accettate ma un professionista per me non dovrebbe mai scommettere".