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Asamoah e Vucinic, gli indispensabili


Con loro (e Pirlo) è un’altra Juve. Vanno bene le rotazioni per dosare le energie, ma non tutti i giocatori sono uguali
© LaPresseTORNO - Non è vero che sono tutti uguali. Ok, va bene il turnover, l’interscambiabilità, l’abolizione dei termini “titolari” e “riserve”, ma alla fine il campo è giudice sovrano: esistono gli Indispensabili. Ed è proprio il bello del calcio, sì, quei giocatori più bravi che magari possono attraversare giornate storte o momenti no, eppure valgono il prezzo del biglietto. E il risultato finale. La Juventus di Antonio Conte che esalta il concetto di gruppo non rifugge la realtà. Gli Indispensabili vestono anche la maglia bianconera. Vogliamo individuarne tre? Eccoli: Kwadwo Asamoah , Andrea Pirlo , Mirko Vucinic . La ristretta cerchia potrebbe chiaramente allargarsi, ma già così il film ha i suoi attori protagonisti. CHUCK, SI GIRA - Si può vicere senza di loro, ovvio. Ed è stato già dimostrato. Senza Pirlo Chuck Norris , ad esempio, Madama ha sconfitto il Chievo. Ma nulla toglie pesantezza alla sua “indispensabilità”. Come dice l’ad Beppe Marotta , il centrocampista metronomo trotterella per novanta minuti e alla fine nei dati ufficiali è sempre tra quelli che hanno percorso più chilometri nel corso del match. Chiamatelo maratoneta. E con le idee chiare. Martedì sera soltanto l’abilità dell’invasato Jesper Hansen non gli ha concesso il gol da calcio da fermo, tanto per chiarire il concetto. Pirlo ha un peso specifico che nessun altro giocatore può vantare, Pirlo è unico. Che si conservi così per un po’ di anni. TURBO “ASA” - A Copenaghen è mancato, e non poco, Asamoah. Giocherà pure fuori ruolo, ma a sinistra sa innestare il turbo come pochi. Devastante nella spinta, bravo a cercare il dialogo con i compagni ed - eventualmente - nel cross. Poi, non c’è bisogno di chiedergli copertura, gli viene naturale combattere anche dietro per la squadra. Paolo De Ceglie , detto senza offesa, è altro tipo di giocatore. Quando è in forma, sa essere pure lui utile alla causa, ma non è nel suo momento migliore e così ne vengono fuori i limiti, anche tecnici. L’anno scorso ha mostrato grande crescita e continuità di rendimento, migliorato assai dalla cura Conte. Deve ritrovare quella verve. Però, a sinistra non ci sono alternative. Non a caso i dirigenti avevano chiesto Pablo Armero all’Udinese, solo che lo volevano in prestito e il club friulano da quell’orecchio non ci ha voluto sentire. Di “Asa”, quindi, ce n’è uno. L’allenatore l’ha lasciato a Torino per riaverlo al meglio contro il Catania. D’altronde, nella gara con il Napoli era stato toccato duro.