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La Giustizia sportiva e una bilancia tarata male..


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Uno dei principali problemi della giustizia sportiva è quello di essere credibile. Una giustizia autonoma, troppo spesso a doppia velocità, e ancora più grave, che appare condizionata da fattori esterni tanto da spingere l’acceleratore per penalizzare “il nemico” e usare la prescrizione per chiudere gli imbarazzanti illeciti degli “amici.” Negli ultimi giorni si è molto discusso dei deferimenti nell’ambito del calcioscommesse per il filone napoletano, che hanno coinvolto la società Napoli calcio, a rischio penalizzazione per responsabilità oggettiva e due dei suoi giocatori, Cannavaro e Grava, a rischio sospensione per omessa denuncia. Le accuse arrivano dall’ex portiere Giannello, reo confesso, deferito per illecito sportivo per Sampdoria - Napoli del 16 maggio 2010.Deferimenti attesi da mesi, ma arrivati soltanto dopo la riconferma del procuratore sportivo e prima delle votazioni per il rinnovo delle cariche federali. Una casualità sicuramente, ma in un ambiente avvezzo a certe congiunzioni, la tempistica ha fatto sorgere più di qualche sospetto.Come da copione, i deferimenti sono stati accompagnati dai tromboni dell’informazione, che oltre a riportare la notizia, si sono spinti fino a prevedere le penalizzazioni. Logica vorrebbe che la previsione non fosse alto che la semplice interpretazione del codice sportivo ed invece, quanto sottoposto all’attenzione dei tifosi, non è altro che un’ampia interpretazione della norma con tutte le attenuanti del caso. Insomma, anche se il processo sportivo non è ancora iniziato, sembrano già prepararci a quelle che potrebbero essere le sentenze definitive. Secondo le ultime news, il Napoli calcio, qualora fossero riconosciute le colpe del reo-confesso Giannello, per responsabilità oggettiva rischierebbe al massimo la penalizzazione di un punto in classifica. Per Cannavaro e Grava, qualora venisse accertata l’ omessa denuncia, eventuale sospensione per un massimo di quattro/sei mesi. Fino a qualche giorno fa, si leggeva di probabile penalizzazione di almeno 3/4 punti in classifica. Diciamo che in concomitanza con le congiunzioni dettate dai rinnovi delle varie cariche, le responsabilità del Napoli sono via via scemate, così come le informazioni dettagliate sul caso: solo una casualità?Altro aspetto che genera più di qualche perplessità è quello della gestione mediatica. Nulla a che vedere con l’enfasi che ha accompagnato i deferimenti del filone juventino che, ricordiamo, per mesi sono stati oggetto di accorate discussioni in ogni dove. Una situazione imbarazzante per quanto trasparente appaiono i vari inciuci. Dopo il pasticcio del patteggiamento concordato e saltato, dopo l’estenuante difesa del tecnico salentino, che ha mostrato i vari buchi dell’accusa, dopo la conferma direttamente in tv da parte Mastronunzio del suo infortunio, che di fatto ha scagionato Conte dalle confessioni in progressione di Carobbio, siamo arrivati ad una condanna che può essere giustificata per “attaccamento alla maglia.“ Maglia bianconera si intende.Per il Napoli le attenzioni garantiste della stampa sono tante e tali da destare più di qualche sospetto. I soliti canali mediatici privilegiati, quelli che ci hanno abituato a conoscere in anticipo sentenze, gli stessi che non hanno esitato ad appoggiare la giustizia sportiva aiutandola a sostenere le condanne per sentimento popolare, in questa circostanza abbassano i toni, limitando le informazioni al mimino indispensabile, senza commenti e senza prime pagine. Il dubbio: stanno preparando il terreno per la benevola mano della giustizia sportiva su questo filone? Vedremo. I presupposti per un finale a “tarallucci e vino” ci sono tutti.Ritornando all’attendibilità della giustizia sportiva con cui abbiamo introdotto le nostre flessioni, chiediamoci: può essere tale una giustizia che gestisce, mostrando due piatti della bilancia con uno solo caricato delle colpe presunte, dosando tempi e responsabilità in modo così arbitrario? Pubblicato sul numero 41 di Professione calcio: :
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