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Gazzetta - Vucinic geniale e unico. Ma da gennaio non segna in casa


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Ci sono notti, partite, appuntamenti che sembrano fatti apposta per voltare pagina, per cominciare un’altra storia, per passare a un livello superiore. Da tempo Mirko Vucinic aspetta questa notte, questa partita, quest’appuntamento: non per un banale desiderio di gol (a precisa domanda risponderebbe guardando di sottecchi e assicurando che di segnare non gliene frega nulla, perché conta solo vincere, aiutare la squadra eccetera eccetera), ma perché sarebbe la fine del viaggio, la quadratura del cerchio, il definitivo approdo nel porto dei fuoriclasse. Vucinic è già un grande giocatore, è già l’unico insostituibile dell’attacco della Juve. Ma per salire l’ultimo gradino della scala dei campioni deve fare la differenza nelle partite decisive, contro gli avversari più forti. E per riuscirci gli tocca anche banalizzare il suo approccio al calcio e rassegnarsi all’idea di segnare.Due giorni fa Mirko ha festeggiato il secondo compleanno del figlio Aleksandar: il suo avvicinamento alla grande partita di stasera è stato molto sereno. In settimana ha smaltito gli ultimi postumi dell’intossicazione alimentare che l’aveva fermato prima della gara contro il Napoli e ha lavorato molto per essere al top contro l’Inter. Quest’estate Mirko ha scelto la maglia numero 9: quella dei centravanti, dei bomber, di chi fa gol. E l’inizio è stato in linea con le aspettative grazie a tre reti nelle prime quattro partite ufficiali. Poi, dal 17 settembre a oggi, solo un centro in Champions. In questa stagione Vucinic ha sempre segnato lontano da Torino: a Pechino (Supercoppa col Napoli), a Udine, Genova e Copenaghen (col Nordsjaelland). In bianconero ha realizzato 13 reti, ma in casa appena 3 (2 in campionato). Mirko non festeggia un gol allo Stadium in Serie A dal 15 gennaio (per la Gazzetta è di Bonucci la prima rete di Juve-Napoli 3-0 dell’1 aprile) e quando ha segnato lui a Torino la Juve non ha mai vinto (nemmeno in Coppa Italia: col Milan finì 2-2). Ecco perché serve una notte che spazzi via ogni tabù, che tiri una riga sul passato, che proietti il montenegrino in un’altra dimensione.L’Inter regala a Vucinic la grande occasione, anche perché contro i nerazzurri Mirko si esalta spesso: cinque gol e solo uno non decisivo. Due volte Vucinic ha segnato dopo il 90′: nella Supercoppa del 2008 (fissò il risultato sul 2-2 prima della sconfitta della sua Roma ai rigori) e il 25 settembre 2010 quando esaltò i tifosi giallorossi con un colpo di testa in tuffo all’ultimo secondo del recupero. Anche con la Juve il montenegrino ha già beffato l’Inter: l’anno scorso a San Siro siglò il primo dei due gol con i quali i bianconeri espugnarono San Siro. Adesso manca l’ultimo acuto: in casa, in una partita che profuma di scudetto anche se il traguardo è lontanissimo.