juveland

Cosa c’entra la Juventus?


glmdj
di G. GalazzoSiamo in un campetto di terza categoria, nella pianura emiliana, probabilmente il campo è spelacchiato, con qualche buca e nascosto dai palazzi di un quartiere periferico.In quel campo si gioca una partita di un campionato, qualcosina di più del calcio amatoriale, sideralmente lontano dal calcio che conta: possiamo pure immaginarci qualche ex atleta che fatica a correre per il peso dell’età e di un fisico non cosi in forma come qualche anno fa.C’è un altro campo di terza categoria ( sempre nella stessa regione, nella medesima provincia, si noti bene questa precisazione); possiamo pure pensare che il terreno sia sintetico, ai margini di un bel centro sportivo, in un elegante quartiere, con giovani e meno giovani che corrono con un palla, animati dall’ esigenza di sfogare lo stress quotidiano, dalla convinzione che non è quello il calcio in cui meritano di giocare o dalla semplice voglia di divertirsi.Non è questo che ci interessa: veniamo ai fatti.Nel primo campo un arbitro viene malmenato da un giocatore, la diagnosi parla di trauma cranico, colpo della frusta e contusioni varie; peggio del peggio dalla borsa. Del malcapitato arbitro spariscono divisa e scarpette. Violenza e ladrocinio. Nell’altro campo due calciatori sfogano la loro rabbia contro un avversario. Risultato: setto nasale fratturati.Violenza. Fin qui la raccapricciante cronaca “liberamente tratta” da un articolo del Sig Gianluca Grassi, pubblicato sul blog del glorioso ( nei tempi andati) Guerin Sportivo. Cronaca suffragata da argute considerazioni tese a giustificare questi episodi quali figli direttamente partoriti dal velenoso clima e dalle polemiche che contraddistinguono il calcio che conta. Uno spirito di emulazione, in base a quanto sostiene il sig Grasso. Pur non condividendo, possiamo lasciar correre e accettare il suo pensiero; accettiamo ancor più la precisazione circa “gli sfigati” che non frequentano solo i campi dell’Emilia ma, ahinoi, sono patrimonio condiviso, alla fermata del bus, in coda alla posta, nel luogo di lavoro, non solo nei campi di calcio spelacchiati o meno.C’è qualcosa che non ci convince Sig Grasso, o chi per Lei, ha corredato l’articolo con la foto allegata:
Link all’articoloCi spieghi perchè un naso rotto, delle scarpe rubate, lo sdegno che Lei manifesta, debba casualmente essere accostato ad una maglia bianconera, non una tra tante. Non un’anonima maglia: la maglia più nota, quella più odiata. Ci perdoni se mai crederemmo che non lo si è fatto di proposito; ci perdoni se siamo cosi attenti al dettaglio. Ci piace particolarmente constatare quanto lo sdegno che ben ha rappresentato sia nulla rispetto a quello di vedere quotidianamente sprofondare lo pseudo giornalismo verso livelli neppure più degni della repubblica delle banane.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2628