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Il calcio telecomandato dalle polemiche


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Leggendo i quotidiani sportivi è facile rendersi conto di come, alla realtà delle prime pagine, ne subentra un’altra, meno pubblicizzata ma più concreta, che da sola mostra i limiti dell’attuale governo dello sport.Nei giorni scorsi abbiamo scoperto che Abete sarà molto probabilmente riconfermato alla presidenza della Figc. La Lega Pro e Dilettanti sosterranno la sua candidatura, così come la serie B. Anche Calciatori e Allenatori sono favorevoli al candidato unico. Petrucci, come suo solito, non perde invece occasione per sue storiche bacchettate: «Vorrei che i presidenti di calcio fossero più sereni. In privato si proclamano amici e fanno complimenti poi fanno gli eroi e i fenomeni nelle interviste. Il calcio è sempre esasperato, vuole sempre dimostrare chissà che cosa. Non amo l’arroganza di chi chiede alla Federazione di fare questo o quello, lo facciano prima loro in Lega. Il calcio lo possiamo rovinare solo noi. Alle Leghe dico di organizzarsi e fare prima bella figura, i soldi dei club sono dei presidenti ma restino umili. Siano meno eroi sui giornali e più sinceri».In questo contesto da prima pagina, viene quasi da credere che Petrucci e Abete siano i paladini del nostro calcio; l’uno ricandidato per meriti ad nuovo mandato da presidente della Figc, l’altro, il buon padre di famiglia, che per il bene del calcio manda messaggini trasversali al presidente juventino (pur non nominandolo mai); l’eroe a suo dire, che fa il fenomeno nelle interviste solo per accattivarsi i tifosi oltranzisti peccando di umiltà e l’amico (il suo) in privato…Ma le notizie, quelle meno ovattate, sono altre. Scrive la Gazzetta dello Sport: “Il calcio italiano è il più teledipendente che ci sia . Il miliardo annuo che piove dalle emittenti non solo rappresenta il 60% del fatturato della Serie A ma garantisce anche la sopravvivenza delle categorie inferiori, visto che 100 milioni sono destinati alla mutualità. Nel 2010-11 la Serie A ha incassato al botteghino 197 milioni, appena il 13 per cento dei ricavi totali. Solo la Ligue francese ha fatto peggio (131 milioni). Le altre leghe top sono lontanissime: Premier League (Inghilterra) 610 milioni (24 per cento del fatturato), Liga (Spagna) 428 (25 per cento), Bundesliga (Germania) 411 (23 per cento).”La legge sugli stadi è affossata in Parlamento senza nessuna prospettiva nell’immediato.“Plusvalenze: Irap retroattiva. È in arrivo la stangata sulla A. A distanza di undici anni dalla risoluzione del 2001 attraverso la quale l’Agenzia delle Entrate aveva sancito l’imponibilità delle plusvalenze ai fini del tributo regionale, è arrivato il parere del Consiglio di Stato dell’11 dicembre scorso a confermare le tesi dell’amministrazione finanziaria che potrà alzare la voce nei tanti contenziosi aperti con le società calcistiche.” Dichiara Simonelli sull'argomento: «Ci sono posizioni diverse. I club si sentono tassati due volte. Hanno sancito questo principio alcune decisioni di commissioni tributarie a favore ad esempio di Lazio e Cagliari, ma alla fine non tutti pagano l’Irap sulle plusvalenze. Il Milan lo fa e l’Inter no».Gli ultimi anni dello sport italiano sono stati governati da Abete e Petrucci. Gli stessi hanno assistito al naufragio della legge sugli stadi, anche se Petrucci cerca di addebitare ad altri le responsabilità del fallimento: «Sono dispiaciuto che in tutti i programmi politici in vista delle prossime elezioni non ci sia una parola sullo sport, questo mi rattrista». Ma chi aveva il compito politico di seguire e spingere per il completamento di questo iter legislativo se non le massime autorità sportive?E come da buona tradizione italiana, solo dopo 11 anni si arriva a dare risoluzione al quesito Plusvalenze-Irap che va in questo modo a minare ancor più la competitività dei nostri club allontanandoli dallo standard europeo.Complimenti ad entrambi! Sono riusciti nell’impresa titanica di abbassare ancora la competitività dei club italiani già ai minimi storici, far naufragare la legge sugli stadi, essere scartati dall’organizzazione di qualsiasi evento calcistico (e non solo) e meritare una riconferma unanime.In questo triste panorama, la Juventus è l’unica squadra che ha uno stadio tutto suo (realizzato senza bisogno della fantomatica legge); i suoi giocatori sono l’ossatura della nazionale ma, per “scelta aziendale”, viene costantemente sacrificata sull’altare della patria per accontentare chi “mette soldi” nel calcio. Una nuova generazione di presidenti, che si unisce a chi da sempre ama dipingersi come vittima del sistema, che ha subito imparato il vecchio vizio di pretendere qualche “aiutino” salva investimento, dimostrando l'incapacità di gestire un club in modo professionistico.Come vedete, è sempre difficile nascondere la realtà con una polemica...http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2725