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Juve, non abbassare la guardia!


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di F. FilippinLa chiusura del 2012, annus horribilis per gli antijuventini, è stata salutata con gioia da molti, nella speranza di un 2013 completamente diverso. I risultati e i record conseguiti negli ultimi mesi dai bianconeri, infatti, hanno causato più di un mal di pancia: qualificazione come prima del girone in Champions League (nonostante i gufi), due trofei in bacheca, vantaggio siderale sulle inseguitrici, patetico balletto dei nomi sulla possibile antijuve (con un ridicolo gioco a scaricabarile tra le candidate, quasi fosse una condanna certa al fallimento), record di punti conquistati in un anno solare, un Conte tornato al suo legittimo posto, che una squalifica assurda non ha scalfito nella forza e nella convinzione.Aria da funerale un po' per tutti, insomma, altro che clima da feste natalizie imminenti.E si sa, se non puoi parlar male del tuo nemico è meglio tacere, per non riconoscergli troppi meriti, magari approfittandone per lamentarsi quotidianamente di presunti errori arbitrali che impedirebbero a squadroni temibili come l'Inter o la Roma di competere per lo scudetto, o attaccandosi alle ultime condanne collegate al calcioscommesse, che falserebbero il campionato (mentre, curiosamente, quelle che hanno coinvolto la Juventus sarebbero state del tutto legittime).Ora, invece, è bastata una digestione difficile del panettone (chiamiamola così), da parte di qualche Juventino, sottotono domenica, per creare nell'aria un ritrovato clima di speranza per molti.Il campionato italiano non è ancora morto, e questo è, ovviamente, un bene, in particolare per qualcuno, considerato, soprattutto, chi lo stava uccidendo.E' sufficiente leggere i titoli dei giornali e degli editoriali dei vari sapientoni, per capire che siamo “arroganti”, “presuntosi”, “pieni di problemi irrisolti” (quasi fossimo dove siamo per caso e non per merito), con uno spreco di iperboli manco fossimo in zona retrocessione.In casa d'altri, invece, regna, a quanto pare, la pace, anche dove si perdono quattro partite su otto, o dove si prendono quattro gol una settimana sì e una no, e dove, da squadra che gioca il miglior calcio d'Italia, si perde in casa con il Pescara.Fa nulla, ci siamo abituati, se agli avversari, in attesa di tempi migliori, non resta che gioire per le nostre sconfitte, non importa se decisive o meno, vuol dire che siamo tornati quelli di un tempo.L'importante è non abbassare la guardia, in campo e soprattutto fuori, da dove i nemici sono pronti a tornare alla carica, visto che di partite come Juventus – Sampdoria (è un auspicio ed una convinzione) è probabile non ce saranno ancora molte altre.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2735