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Vincere a Parma per non rievocare brutti fantasmi...


Tredici anni fa, due punti persi al "Tardini" a causa di uno straordinario gol di Crespo a tempo scaduto, permisero a fine anno alla Lazio di Eriksson di conquistare lo scudetto proprio con una lunghezza di vantaggio sui bianconeri© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Arriva gennaio, arriva il freddo e neanche a dirlo la Juventus ritrova il Parma. Quella che la Juve affronterà oggi non sarà una partita semplice. I numeri parlano chiaro: in 20 uscite al “Tardini”, la Vecchia Signora ha ottenuto uno score fatto di: 5 vittorie, 9 pareggi e 6 sconfitte. Ma la curiosità non è legata tanto ai numeri in sé, quanto a una statistica ben precisa: Madama e i ducali negli ultimi 17 anni si sono affrontate nel primo mese dell’anno ben 7 volte (con uno score fatto di: 3 vittorie, due pareggi ed altrettante sconfitte per i bianconeri) e sarebbero state otto se il match dello scorso gennaio (finito 0 a 0) non fosse stato rinviato.A questo evento, sono legati ricordi più o meno dolci, che poi hanno condotto a meravigliosi trionfi o a brutte batoste. Ad esempio nel 1995, il “Tardini” fu testimone del furore agonistico della prima Juve lippiana, andata sotto per 1 a 0 a causa di un bolide di Dino Baggio e che ha poi recuperato tramite il gol di Paulo Sousa e la doppietta di Fabrizio Ravanelli. Quell’anno terminò poi con lo scontro totale fra le due compagini, che si divisero: Coppa Uefa (vinta dai ragazzi di Nevio Scala) e Coppa Italia e campionato (messi in bacheca dai piemontesi).Trascorrono due stagioni e i club si incontrano in Emilia, con Mario Stanic a punire i Campioni d’Europa in carica con un colpo di testa che fissò il punteggio sull’1 a 0 per i padroni di casa. Altra amarezza, non tanto per il punteggio, quanto per la prestazione offerta e per il peso che ebbero i punti persi a fine stagione, si concretizzò nei primi giorni del 2000, quando la Juve di Ancelotti, trascinata da un Zidane epico, dominò la partita, andando sull’1 a 0 grazie ad un penalty calciato da Del Piero e creando una decina di altre palle gol; ma a tempo scaduto, dopo aver sprecato l’impossibile, Van Der Sar fu superato dal diagonale di Crespo, straordinario a crearsi da solo il timbro del pari. Quei due punti persi risultarono decisivi all’ultima giornata, quando Madama perse di misura nel pantano di Perugia per mano di Calori e la Lazio di Eriksson trionfò contro la Reggina all’Olimpico per 3 a 0, portando a casa il secondo scudetto della sua storia con una lunghezza di vantaggio sulla società di corso Galileo Ferraris.Comunque, a prescindere da tutto, la corazzata di Conte farebbe bene a riprendere subito il piglio giusto, sia per l’effetto terapeutico che le vittorie hanno su una squadra, che per tenere a distanza la Lazio, la quale è specializzata nelle rimonte impossibili, soprattutto quando sulla sua panchina siede uno straniero… Historia docet!