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Dottor Volpi a Tuttosport su Vucinic: "Dura giocare con la tendinipatia"


© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
A Tuttosport ha parlato il prof. Volpi, commentando la situazione di Mirko Vucinic: «Non posso scendere nello specifico, perché vi sono diverse tipologie di tendinopatie: può essere pura o no, può dipendere da differenti fattori. Tuttavia, in generale, posso dire che la tendinopatia, vale a dire l’infiammazione del tendine d’Achille, implica un problema di grande fastidio per un atleta perché ogni spinta implica una sollecitazione, è impossibile non coinvolgere quella struttura. Una infiammazione, anche leggerissima, crea molto fastidio, molto dolore. Si interviene mediante terapie fisiche. Ce n’è un armamentario: tecarterapie, laser, ultrasuoni. Ma soprattutto occorre un rinforzo cosiddetto eccentrico: vale a dire si lavora per ottenere maggior tonicità della muscolatura del polpaccio, in modo tale che possa “scaricare”, alleggerire il carico sul tendine. Infine un altro presidio: ci sono dei plantari ammortizzanti, da adoperare durante l’attività sportiva, che riducono le sollecitazioni; oppure da usare fuori dal campo per favorire una postura corretta. Vien da sé, infine, che fatte salve queste indicazioni, si presenta un grosso bivio: o fermi il giocatore per un certo periodo, oppure lo gestisci con attenzione. Evitandogli determinate sollecitazioni che possano complicare la situazione. Il giocatore deve condividere un trattamento di gestione. Non c’è una regola: qualcuno dice no, io non mi fermo. Altri insistono per stringere i denti. La soglia di sopportazione è una cosa soggettiva: c’è chi tollera un po’ di fastidio, chi invece no. Dunque bisogna mettere insieme tutti gli aspetti, le considerazioni. Serve condivisione e collaborazione tra giocatore e allenatore, nella modulazione del programma di lavoro entra invece lo staff medico. Tutti sono attori, nessuno si può tirare indietro. Nell’ambito sportivo, i fastidi ai tendini sono molto rognosi: è un tessuto particolare, poco vascolarizzato, dunque occorre un po’ di pazienza».