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Abete vuole pensare al futuro e non al passato


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Abete ama pensare al futuro e non al passato, anche se questo significa lasciare incompiute e mai chiarite questioni prioritarie per il nostro calcio come la regolarità stessa dei campionati. Lo scudetto del 2006, problema mai affrontato realmente dalla Federazione, è così riassunto dalle vive parole del Presidente della Figc che riprendiamo dall’intervista concessa a Professione Calcio: “Non è che noi abbiamo deciso di non decidere, abbiamo semplicemente valutato con la quasi unanimità del Consiglio Federale - mi pare ci siano state un paio di posizioni diversificate, ma parliamo di un composto di 27 componenti - che non ci fosse la titolarità della Federazione senza alcun procedimento di natura sportiva, a intervenire su aree che - a nostro avviso - non erano di competenza della Federazione.” “L’Alta Corte di Giustizia del Coni ha confermato la correttezza del comportamento del Consiglio Federale validando la decisione che è stata assunta.” Con richieste di pareri, approfondimenti tecnici e cavillosi ragionamenti, sono riusciti a giustificare l’impresa, questa veramente efficace, di non decidere, validando le varie pretese all’interno del circolo della giustizia sportiva. Si giudicano al loro interno credendo anche di essere credibili e super partes.Il Consiglio federale avrebbe solo dovuto prendere atto dell’insussistenza dei motivi che portarono ad assegnare quel titolo e, nel pieno delle proprie competenze - all'epoca assunte dal commissario straordinario Guido Rossi - revocare l'assegnazione all’Inter. Tra l’altro, un provvedimento di assegnazione quello del 2006, che neanche esisterebbe, essendo il comunicato ufficiale non idoneo all'assegnazione di quel titolo. Insomma, il solito circolo lezioso della giustizia sportiva con cui Abete chiude l’argomento ricordando appunto la decisione dell’Alta Corte del Coni. Eppure qualcosa di concreto era (è) possibile fare al sopraggiungere di nuovi elementi che permetterebbero la revisione delle sentenze sportive. Per questo sarebbe sufficiente, vista la mole di “fatti nuovi” emersi dalle sabbie di calciopoli, avere la volontà di fare giustizia e non solo di agire per non inimicarsi qualche presidente che “mette soldi” nel calcio.Abete conferma che “L’etica dei comportamenti di ognuno di noi non va mai in prescrizione”, chiarendo che “questo non determina che ci sia una sanzione per questi comportamenti.” Dopo di che ammonisce affermando che “il primo comportamento corretto di ognuno di noi è di rispettare le norme vigenti”. Insomma, così è deciso, rispettatelo! Anche se questi comportamenti scorretti, causa prescrizione o altro, alla fine non hanno generato provvedimenti punitivi, finendo invece per premiare chi si è macchiato di presunti reati, senza nemmeno la necessità di fingere un rinvio a giudizio, un processo, una presa di posizione, atta a far pensare che un comportamento scorretto, che ha generato effetti devastanti, debba essere condannato. Alla faccia dell’onestà!Prescrizione che è “una dimensione che esiste”, che “non cambia ovviamente una valutazione comportamentale e morale che ognuno di noi, secondo le proprie sensibilità può tranquillamente dare”. Insomma, per Abete si può anche rimane fermi al pensiero, alle intenzioni, senza necessità di entrare nel merito, pur potendo e pur dovendo per ruolo, garantire quella parità di trattamento da sempre garanzia di una competizione regolare. Dobbiamo accettare - secondo il presidente della Figc - che in alcuni casi, il lavoro della Federazione e della Giustizia Sportiva, si fermi alla “percezione”, rimettendo ogni giudizio alla nostra sensibilità. Le parole di Abete non lasciano spazio a interpretazioni: la giustizia sportiva, autonomamente e all’interno del suo circolo, può decidere che “non decidere” è corretto. Le regole, queste regole che possono anche cambiare in corso o essere create ad personam, devono essere rispettate sempre e comunque. I comportamenti eticamente scorretti rimangono tali, anche se non seguiti da sanzioni solo per sopraggiunta prescrizione, magari auspicata e attesa in modo passivo. Ognuno, secondo la sua sensibilità, può dare una propria valutazione, ma possono rimanere impuniti presunti reati sportivi, pur in presenza di azioni che, se attivate, almeno formalmente, renderebbero giustizia.Questo è se volete, anche perché Abete è stato appena rieletto alla Presidenza della Figc per i prossimi quattro anni.Pubblicato sul N° 2 - 17 gennaio 2013 - ANNO 5 - di :