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Volemose bene, odiamo la Juve...


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di E. LoffredoIn queste ore è caldissima la querelle che vede contrapposta la Juve, nella persona del suo allenatore, al mondo arbitrale e al resto del calcio italiano. Non c'è nulla di cui meravigliarsi, da che calcio è calcio in Italia il “tutti contro la Juve" è lo schema più praticato. Gli ultimi fuochi dialettici non sono ovviamente isolati. Venivamo infatti dalle triviali dichiarazioni del presidente del Catania all'indirizzo del Presidente Agnelli. Queste settimane si possono intitolare infatti "da Catania a Catania", sabato prossimo ci sarà Napoli-Catania. Considerando quello che sta accadendo in queste ore è un intreccio curioso.Molti si stanno affannando a censurare Conte, qualcuno come Preziosi osa additare lo stile Juve (da quale pulpito!), altri gli vorrebbero ascrivere la responsabilità delle tensioni che ci sono nel calcio italico. E già, è colpa di Conte. Restando ad esempio alla diatriba di lega tra Catania e Juve, c'è da riportare la lettera del dott. Ignazio Fonzo, Procuratore aggiunto di Agrigento, pubblicata il 22 gennaio sulla prima pagina del quotidiano La Sicilia. Il giornale siciliano precisa che «il dott. Fonzo, però, interviene nella sua veste di esperto di sport, avendo fatto parte di vari organi di giustizia del calcio, e da osservatore dei fenomeni di questo mondo». Evidentemente non ha «processi seri» cui attendere.Il Procuratore siciliano sveste i panni del giudice per indossare quella del difensore d'ufficio del presidente del Catania. L'impresa poteva presentarsi difficile, quello che ha scritto il nostro (nel senso di "stipendiato da noi tutti") ci ha fatto capire che lo era ancora di più. Quando infatti un esperto di diritto, un magistrato della Repubblica deve ricorrere a frasi del tipo: «Stupisce (...) la reazione di autorevoli commentatori ad una battuta, forte ma provocata, del presidente del Catania Nino Pulvirenti all’indirizzo di Andrea Agnelli. Ma dove sta la lesa maestà? Cosa ha detto, o peggio, fatto il povero Pulvirenti da meritare gli strali dell’establishment?»; «Agnelli sa perfettamente che Pulvirenti non si è mai visto in dieci anni in Lega, perché il Calcio Catania è sempre stato presente, e lui lo sa, con l’allora Amministratore Delegato, Lo Monaco. Di contro la Juve è stata a lungo rappresentata da Luciano Moggi... E allora di che va cianciando quello che Moratti definì “giovin signore” rifacendosi a Parini?» Fonzo è davvero a corto di parole se deve ricorrere a citare cotanto dictu morattiano. Non riesce poi ad essere credibile chi vuole qualunquisticamente ancorare le sue arringhe ad argomenti da bar sport. Il meglio di sé però il "nostro" Fonzo lo dà quando scrive «Alcuni commentatori hanno scritto che Pulvirenti non sarebbe degno perché quest’estate avrebbe lasciato a terra i passeggeri di Wind Jet. Che c’entra? Qualcuno ha forse detto alla Juve che, invece di costruire lo stadio delle meraviglie, poteva evitare di mandare a casa gli operai di Termini Imerese, piuttosto che quelli di Pomigliano o di Menfi o del Lingotto?» . Dobbiamo dedurne quindi che tutti i magistrati italiani sputano sentenze senza sapere di cosa vanno scrivendo e motivando? Scrivere una cosa come quella appena riportata è una gaffe degna dell'intervento del CSM. Il "nostro" Procuratore aggiunto ricorre alla vecchia, stupida e infondata equazione FIAT=Juve. Conoscesse almeno le dinamiche societarie delle due aziende si guarderebbe bene dallo scrivere una simile panzana. Se poi si informasse sulla genesi e sulla nascita dello Stadium sarebbe ancora più accorto. Tralasciamo infine la tutela che la Juve otterrebbe dalla famiglia Agnelli, il "nostro" infatti scrive anche «non si poteva pretendere nulla di diverso da quotidiani ove la quota azionaria della famiglia Agnelli è ragguardevole».Scoperto quindi che nel petto del Dott. Fonzo batte un cuore da tifoso catanese («lunga vita a Nino Pulvirenti!» ), quale fiducia dovremmo riporre nel suo operato di giudice delle corti di giustizia della FIGC? Ma in fondo se la pubblica accusa è sostenuta da Stefano Palazzi, non c'è da stupirsi che chi giudica abbia colori di bandiera (calcistica) che gli sventolano dentro.Dopo il weekend torinese dell'arbitro che "tiene molto alle sorti del Napoli" e alle richieste provenienti dagli spogliatoi del Tardini che reclamano l'intervento della Procura federale contro le parole di Conte, la testa del tifoso non può che correre alla prossima giornata di campionato, in cui spicca un Napoli-Catania che si preannuncia essere una partita da “volemose bene, odiamo la Juve”. Lì dove si daranno convegno amoroso quelli che anche in Lega hanno fatto fronte comune. E non si venga a dire che interventi come questo mio fomentano la cultura del sospetto. Il male del sospetto nasce nelle azioni di spionaggio illegale organizzate da talune squadre prescritte, si propaga poi nelle richieste di verificare l'esistenza di tunnel nello stadio juventino e finanche nelle lettere a un giornale che un magistrato tifoso farcisce di qualunquismi e cori da tifoso.
Nota: ringraziamo per la segnalazione dell'articolo M.H.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...