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Tra sogni e delusioni, la realtà non è così male


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di F. FilippinSi è chiusa un'altra sessione di mercato.Finalmente, vien da dire, perchè se è vero che doveva essere un'occasione per colmare le lacune che si sono palesate nella rosa in questa prima metà stagione, non c'è tifoso che, in questi giorni, più che essere in trepidante attesa per l'arrivo di qualche fuoriclasse (o potenziale tale), non abbia temuto per l'arrivo di qualche rinforzo marottiano dell'ultima ora: un Borriello od un Pazzini, per intenderci.Tirando le somme, verrebbe da dire nulla di nuovo: dopo molti nomi eclatanti buttati un po' a caso sulle prime pagine dei giornali, la montagna ha partorito il topolino Anelka.Dopo i vari Van Persie, Suarez, Higuain e compagnia bella sognata in estate, ci eravamo ritrovati con un Bendtner in più; oggi, dopo Llorente (speriamo che l'attesa venga ripagata sul campo), Lisandro Lopez, Gabbiadini, Immobile e soprattutto Drogba, con il centravanti francese, che tanto centravanti neppure è, avendo giocato le ultime stagioni da seconda punta.Se il centrocampo non necessitava di rinforzi, né dal punto di vista numerico nè da quello qualitativo, la difesa (comprendendo anche l'esterno sinistro), all'evidenza mostrava e mostra una evidente fragilità, vista l'assenza prolungata di Chiellini e Asamoah.Incredibilmente si è riusciti a sostituire il partente Lucio, a trovare un alter ego del numero 3 e l'alternativa al sempre più deludente De Ceglie con un unico uomo, Peluso.Sono, però, bastate le sue prime tre presenze (con un illusorio gol) per farci capire quello che già temevamo: non ci siamo proprio.Il malcontento per le scelte low cost e low profile della società sul mercato è palese e si è aggiunto all'incredibile e incomprensibile insoddisfazione, che da più parti serpeggia, nei confronti della squadra e dell'allenatore, dopo gli ultimi risultati, non in linea con le aspettative.Se la delusione fosse figlia della ricerca continua del miglioramento non ci sarebbe nulla da ridire, ma pare, invece, che ci si dimentichi troppo presto del recente passato.Giova ricordare che questa squadra è la stessa che solo un mese fa ha stabilito il record (trascurabile per importanza, ma comunque significativo) di punti in un anno solare, a riprova di solidità e continuità, dopo un campionato esaltante concluso da imbattuti e dopo due trofei, giunti dopo un'astinenza ormai insopportabile.“Ricordiamoci da dove veniamo”, ripeteva spesso qualcuno, venendo anche preso un po' in giro. Nessuno vuole nascondere la testa sotto la sabbia, per carità, ci sono problemi e ci sono stati errori, ma si parla sempre di una squadra prima in classifica con tre punti di vantaggio sulla seconda e sei sulla terza, negli ottavi di Champions League, qualificata da prima del girone ed eliminata, in maniera assolutamente immeritata, per errori a catena, nostri, purtroppo, ed arbitrali, ancora una volta.Chi scrive è il primo critico dell'operato della dirigenza, deludente sotto molti punti di vista (il mercato è, purtroppo, solo uno di questi), sia chiaro, ma se guardo al passato vedo che al posto del sopravvalutato (soprattutto in senso economico) Giovinco, di questi tempi ci giocavamo le nostre chance con Borriello e che quando tirava il fiato De Ceglie giocava tal Estigarribia.Nonostante questo, i risultati non sono mancati, anzi.Ci sta la delusione e la rabbia del momento, ci stanno gli improperi in serie nei confronti di chi non si sta dimostrando all'altezza della fiducia accordatagli e di chi, dall'alto della posizione che occupa, pare non essere in grado di intervenire. La fiducia nei giocatori che ci hanno dato soddisfazioni e, soprattutto, nella persona che, guidandoli, ci ha permesso di rialzare la testa, non deve, però, venire meno, soprattutto in questi momenti, in cui tutti gli antijuventini stanno già festeggiando e gustando una nostra crisi, che nei fatti, non c'è.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2778