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Il calcio tra celebrazioni e sconfessioni


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Mentre i media sportivi continuano, in stile grande fratello, a seguire le gesta dell’eroe super Mario, tornato dalla “battaglia” della Premiere League a vestire di sfarzo la Milano rossonera, il lavoro della giustizia sportiva continua a mostrarsi fallimentare. E se la Gazzetta dello Sport dedica, ancora oggi, le prime cinque pagine a Balotelli, incensando anche il fatto di aver visitato tre discoteche, aver ordinato tre bottiglie ed essere rincasato “prima delle 3” alla vigilia del ritiro azzurro, non evidenzia con la stessa enfasi – qui veramente necessaria - l’ennesima mazzata del TNAS che riforma ancora una volta, le condanne della Disciplinare e Corte di Giustizia Federale. Vincenzo Italiano, passa dai tre anni di squalifica comminati in primo e secondo grado, a nove mesi decisi dal TNAS; era in attesa di ricevere una risposta definitiva dallo scorso dicembre. Italiano non è Conte, non è un catalizzatore di attenzioni, condannato o meno, gli equilibri del campionato non cambiano. Non c’è l’indignazione mediatica, tanto auspicabile quanto necessaria, che condanna il lavoro di chi con leggerezza aveva deciso la fine anticipata della carriera di un atleta, senza avere conferma degli eventuali illeciti di cui si accusava. Si sorvola con leggerezza su uno scempio, riempiendo le fantasie dei lettori con la doppietta di Balotelli e la sua verve realizzativa dal dischetto. Rigore –tra le altre cose - regalato al Milan, che se assegnato alla Juventus, avrebbe fermato i lavori parlamentari per almeno due mesi e costretto tutte le procure d’Italia ad attivarsi per scoprire il nuovo cupolaro …Sono troppi ad oggi i presunti reati che sono stati derubricati a omessa denuncia o in slealtà sportiva, per poter ancora ritenere credibile l’inchiesta sul calcioscommesse di Palazzi. Omessa denuncia che non è un reato perseguibile dalla giustizia ordinaria, ma solo dalla giustizia sportiva. Difficile non pensare che per salvare la Federazione dalle eventuali richieste di risarcimento danni, questa non sia altro che una conclusione fin troppo facile cui tendere fino ad abusarne. Tanto la giustizia sportiva si autoregolamenta e con i massimi rappresentanti delle istituzioni sportive riconfermati sulle stesse poltrone, figuriamoci se qualcuno può anche solo ipotizzare di metterla in dubbio. Sarebbe come sconfessare se stessi.Il calcioscommesse in Italia non è stato sconfitto, ma è stata la giustizia sportiva ad aver mostrato i suoi limiti. Se pensiamo che l’unica partita su cui è arrivata la conferma indiretta dell’Europol, che l’ha inserita nella black list delle oltre 300 sfide truccate dopo aver raccolto elementi «certi» dalle inchieste condotte in Ungheria e Croazia, è Lecce-Lazio, abbiamo un’idea dei limiti di un lavoro fatto male. Questa partita vede coinvolto il giocatore laziale Mauri che, dopo essere stato anche agli arresti, ha potuto tranquillamente scendere in campo e potrà continuare a farlo fin quando la sua posizione rimarrà nel limbo. Per lui non vale la “presunzione di colpevolezza”, ma si attendono “riscontri certi” dalla giustizia ordinaria. Mica indossa la maglia bianconera che deve essere fermato sulla base delle “confessioni” del primo pentito…In Italia Palazzi ha puntato l’over su Carobbio riuscendo a squalificare Conte, e catturando contemporaneamente gli onori della cronaca. Palazzi, l’eroe che ha fermato lo juventino: una “razza” a parte anche per le istituzioni. Con queste premesse, che rispetto dovremmo aspettarci dai tifosi delle altre squadre? Sono le istituzioni stesse che invitano alla caccia allo juventino e lo fanno senza nemmeno mostrare vergogna, quasi fieri di riuscire a creare la giusta pressione mediatica e il giusto apporto per quel sentimento antijuve da sempre vanto del bel Paese. Il calcioscommesse ha finito di essere interessante ed occupare le prime pagine, con la condanna ad Antonio Conte. Non è un caso se nella mente di qualcuno era proprio quello l’obiettivo da colpire.C’è poi quell’indignazione d’ufficio verso le proteste bianconere a rendere ancora più squallido il quadro generale di questo sport. Questo si che cattura le prime pagine e l’enfasi di certi media. Gli Juventini devono stare zitti e subire. A Galliani è permesso da un anno, in ogni sua pubblica uscita, di mettere in dubbio la buona fede arbitrale ricordando il famoso gol di Muntari; Moratti può, forte dell’impunità d’ufficio certificata da Palazzi, sollevare il dubbio sul ritorno dei fantasmi che manovrano cupole e cupoloni senza subire nessuna conseguenza; alla Juventus non è permesso reclamare per torti eclatanti senza per questo subire l’onda della pubblica accusata, spesso impersonata da personaggi di specchiata moralità come le recenti esibizioni che hanno visto protagonisti Preziosi o Pulvirenti, hanno mostrato. Perché vincere con la Juve, o riuscire a rubarle un risultato con evidenti errori arbitrali, equivale a un investimento, dove il ritorno d’immagine è assicurato, oltre a presentarsi come l’occasione ideale per rinsaldare quelle amicizie sempre utili…Tutti i vertici del pallone, da Beretta ad Abodi, al direttore generale della Lega Pro Ghirelli per finire ad Abete, hanno consegnato ieri il cartellino viola, in omaggio al suo comportamento, a Simone Farina, celebrando il suo gesto. Peccato che la sua denuncia rimase chiusa in un cassetto e fu resa nota solo quando non era più possibile tenerla nascosta. Insomma, quell’etica telecomanda tanto cara al mondo sportivo, che beatifica il gesto altrui dopo averlo rigettato.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2787