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NEDVED: "Ibra? Mi piacerebbe farlo tornare alla Juve. Conte non andrà via fino a quando ci sarò io. Pogba è unico"


 © foto di Daniele Buffa/Image Sport
Ci pensa Pavel Nedved a mantenere vivo quello che si preannuncia uno dei tormentoni di calciomercato. Il dirigente bianconero, intervistato da Pierlugi Pardo nel corso della trasmissione "Undici", ha infatti aperto le porte a un possibile e clamoroso ritorno: "Chi non vorrebbe un giocatore come Ibrahimovic? Non nascondo che mi piacerebbe farlo tornare alla Juve". La Furia Ceca ha anche affrontato l'argomento Conte blindando la permanenza del tecnico salentino: "Finché ci sarò io, Conte non lo lascerò andare via". Due notizie, una bomba che potrebbe scuotere il calciomercato.Tuttojuve.com sta trascrivendo integralmente le parole di Nedved.Come va Nedved? Mi hanno detto che sei a Beinasco. Dov'è Beinasco? La patria di Giovinco tra l'altro..."Sì, dove è nato il nostro piccolo Giovinco. Una zona dove non mi capita di passare spesso, però almeno ho visto qualcosa di nuovo".So che c'è Bologna-Juve, ma sabato ci sono i Finley che suonano a Torino, vuoi andare?"Io non sono tanto esperto, però sabato sera sono sicuramente impegnato. Andrò la prossima volta".Pavel, ti somiglia questa Juve? Spirito, concretezza, non mollare mai fino alla fine..."Assolutamente sì, ho rivissuto delle emozioni l'altro giorno allo stadio che devo dire sono state molto forti. E' un momento molto positivo per noi. Lì sì è vista la Juve di Antonio Conte".Tu sei un dirigente, un consigliere di amministrazione. Darai sicuramente dei consigli tecnici. Come si insegna questa mentalità vincente? Come si trasmette?"Hai detto bene, come si trasmette: io sono stato scelto dal Presidente per trasmettere queste cose qua. Ovviamente siamo stati anche fortunati perchè abbiamo deciso di portare a Torino uno come Antonio Conte, che in prima persona rispecchia tutto quello che volevamo per la Juve. E si vede, abbiamo riportato quello che alla Juve c'è sempre stato: un grandissimo gruppo, una famiglia e gli abbracci sia sul campo che in tribuna lo dimostrano, siamo molto felici".Te lo aspettavi così bravo? Si dice un allenatore in campo, come era quando giocavi con lui?"Sì devo dire che l'ho vissuto come calciatore, mi gridava già quando stava giocando dietro di me; mi dava dei consigli a centrocampo, quando uscire, quando no, è stato già molto importante per noi in campo. Ma vedendolo come allenatore mi ha sorpreso in positivo in una maniera incredibile, perchè potendolo seguire quasi tutti i giorni negli allenamenti, è veramente un allenatore che farà una grandissima strada".Pavel, ti faresti un quarto d'ora ancora oggi, di qualità?"Non so se sarei in grado di poter scendere in campo, perchè ovviamente il fisico non è più quello di prima. La voglia ci sarebbe, eccome, quello sicuro".Ieri, nell'esultanza, rivedendo il gol di Giaccherini, ti è venuto in mente il tuo gol contro il Piacenza a Piacenza, nel 2002?"Sì, me lo ricordo eccome, perchè era una partita molto sofferta, tipo quella di ieri. Sono riuscito a sbloccarla un pochino prima del mitico Giak, perciò l'emozione è stata molto simile, perchè sono quei gol che alla fine contano tantissimo e ti portano a traguardi importanto. Ieri è stata una bellissima giornata".Pogba come l'avete scelto? Di chi è stata l'idea?"Pogba... ovviamente noi collaboriamo con tantissimi collaboratori, sapevamo di questo ragazzo. Siccome io sono molto in contatto con Mino Raiola - lo sapete, mi rappresentava -, le nostre conoscenze ci sono sempre, ci confrontiamo spesso. Però devo dire che la società è stata molto brava a prendere questo ragazzo. Dalla prima volta che l'ho visto già sapevo che sarebbe potuto diventare un giocatore molto forte". Non ricordo uno così forte a quell'età..."Sono assolutamente d'accordo, perchè la maglia della Juve pesa, come quella delle altre grandi squadre, ma un ragazzo di 19 anni con questa personalità.... poter giocare nel centrocampo della Juve, lì, oggi... se ne vedono pochissimi, credo sia forse anche unico