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Juve, il piano per Jovetic scuote la Fiorentina


Giovinco piace molto a Montella. Su Jo-Jo segnali d’addio con la squadra violaJuve, Isla ora è in bilicoGiaccherini come BorrielloTutto sulla Juve
© LaPresseTORINO - Stevan Jovetic bianconero. La strada è tracciata, in casa Juventus si va avanti spediti. Sondando il terreno, prima, seminandolo poi: mano a mano. Decisi a non lasciare nulla di intentato e, nello specifico, a procedere su un doppio binario: c’è un discorso diplomatico da riallacciare (negli ultimi mesi tra Juventus e Fiorentina, così come tra famiglia Agnelli e Della Valle non si è vissuto un clima esattamente idilliaco...) e c’è uno scenario più concretamente tecnico/mercataro da “imbastire”. Per convincere i viola a liberare il proprio pezzo più pregiato, è necessario proporre contropartite allettanti, all’altezza. Che siano, insomma, un buon punto di partenza per costruire qualcosa di concreto. Ed è proprio in questa ottica che sono emersi i nomi di Sebastian Giovinco e Luca Marrone. La Juventus - con pragmatismo, banalizzando al massimo - non dice “cara Fiorentina dammi Jovetic perché mi farebbe comodo averlo”, ma dice: ”cara Fiorentina, dammi Jovetic perché potrebbe far comodo anche a te darmelo, piuttosto che tenerlo malvolentieri o cederlo ad altri”. CIFRE - Sul piatto della bilancia, infatti, ci sono, ci sarebbero la metà di uno dei giovani difensori/centrocampisti italiani più promettenti (Marrone, appunto: il cui cartellino sarebbe valutato 8-10 milioni) e un nazionale azzurro (Giovinco, appunto) che proprio di Jovetic potrebbe essere l’erede: non in senso stretto, di caratteristiche tecniche, ma di peso specifico sì. L’attuale juventino è assolutamente funzionale al progetto di Vincenzo Montella, che peraltro in più occasioni - fin da tempi non sospetti - ne ha tessuto le lodi. Chiaramente l’offerta bianconera sarebbe completata da un conguaglio economico di circa 15 milioni, in modo da andare a coprire un valore totale di 30-35 milioni di euro. Non a caso il ds Pradé ha più volte spiegato che il montenegrino non si sarebbe mosso per una cifra inferiore.