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Pogba: «Francese e juventino nella scia dei grandi»


Il centrocampista della Juve: «Platini, Zidane, Trezeguet: guardo a loro. Questa prima convocazione è emozionante, ma deve esere soltanto una tappa di un lungo percorso. Non voglio fare come quei giovani che si montano la testa e spariscono subito dai radar»VIDEO Ascolta PogbaPogba e FergusonMarotta sulla JuveTutto sulla Juve
© Foto PegasoPARIGI (FRANCIA) - Duecento metri sotto la pioggia, per raggiungere il castello di Clairfontaine. Paul Pogba ha iniziato il suo primo giorno da giocatore della nazionale francese come se fosse ancora uno dei ragazzi della squadra Under 20. In pratica il neo-galletto lascia la macchia nel parcheggio riservato alle squadre giovanili e poi cammina fino all’ingresso principale dell’altro stabile, quello dove alloggiano i grandi. Dopo qualche consiglio, saggio, di Philippe Tournon storico addetto stampa della nazionale francese, Paul si concede qalche risata con i pochi compagni che consce già: Evra , con lui a Manchester, e Varane con cui ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili. PAROLE DA GRANDE - Nel pomeriggio, dopo la conferenza stampa di Deschamps , è toccato al giovane bianconero prendere la parola davanti ai giornalisti. «Il primo pensiero? La mente è tornata al mio primo giorno in Under 16 - ha confessato Pogba -. Mi sono detto che quella di oggi era solo una nuova tappa e il buon lavoro fatto fino ad adesso non è ancora finito». Nonostante Deschamps lo neghi a più riprese, in Francia tutta l’attenzione è rivolta verso lo spareggio mondiale contro la Spagna, in programma martedì sera a St. Denis, anche se prima c’è la partita con la Georgia. Sfida complicata, perché la concentrazione dei blues rischia di essere dedicata, esclusivamente, alla partita con i campioni del mondo. Tra i pochi che aspettano con impazienza la gara contro i georgiani c’è invece proprio Pogba che venerdì sera, secondo la stampa francese, potrebbe anche partire dal primo minuto dal momento che Matuidi è diffidato: «Non penso ancora a questa possibilità, oggi sto solo muovendo i primi passi qui. Vediamo come andranno gli allenamenti e quali saranno le scelte del coach. Ovviamente sarei contento di giocare, ma anche se andassi in tribuna sarei comunque felice di questa esperienza». NIENTE PAURA - L’emozione, dice, gli è passata subito: in 5 o forse 10 minuti. D’altronde per chi è abituato a giocare in Champions con la maglia bianconera un altro debutto, anche se internazionale, non può essere troppo spaventoso. Conte e Deschamps hanno parlato spesso di Pogba, e non si può nascondere quanta importanza ha avuto il suo maestro nella Juve nel percorso che in pochi mesi ha portato Paul a passare dallo status di promessa a quello di giovane protagonista del calcio europeo: «Se ho ringraziato Conte? Lo ringrazio tutti i giorni perché ha dimostrato di avere fiducia in me. Prima che io partissi mi ha detto che mi meritavo questa convocazione e di continuare a lavorare così». Nonostante l’amicizia che lega Conte e Deschamps, Pogba non crede di aver beneficiato di un trattamento di favore, anche perché in sala stampa tutti si ricordano ancora di quel discorso su cui i due allenatori concordano in pieno: con lui bisogna usare il bastone e la carota. «Io la prendo dal punto di vista positivo - ci scherza su il centrocampista - vogliono spingermi a dare il 100 per cento. Ci sono giovani che spariscono dopo che si sono montati la testa, quella è la strada da non prendere».