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Juve, niente impresa: il Bayern passa anche allo "Stadium", il sogno Champions sfuma


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Quando si esce da una manifestazione come la Champions League ai quarti di finale, non si può certamente essere soddisfatti, ma quando si gioca contro una squadra del valore del Bayern Monaco, ecco che allora un'eliminazione può diventare più facile da digerire: la Juve viene infatti sconfitta per 2-0 dai bavaresi anche del match di ritorno dei quarti di finale di Champions, giocato allo "Stadium", dimostrando, senza dubbio, di essere ancora inferiore alla squadra neo campione di Germania su certi aspetti, quali esperienza internazionale dei singoli giocatori, qualità del livello medio della rosa, e presenza di campioni in grado di vincere le partite da soli. Certamente il Bayern è una squadra costruita negli anni, pezzo per pezzo, con grande pazienza e grande solidità economica, e, altrettanto certamente, ha in rosa campioni del calibro di Robben e Ribery: con tutto il rispetto per i giocatori attualmente in forza alla squadra campione d'Italia, con Padoin titolare, e Giaccherini e Matri "pescati" dalla panchina per cercare di rimettere in piedi la partita, difficilmente si può vincere una competizione come la Champions League, dove esperienza e qualità tecniche sono alla base di un possibile trionfo. Bayerm, in definitiva, superiore alla Juve nelle due partite, e meritevole di andarsi a giocare l'accesso alla finale di Champions League, cosa che la squadra di Conte, con qualche acquisto di spessore a giugno, potrà provare a fare l'anno prossimo. La Juventus scende in campo con la formazione ipotizzata alla vigilia del match: privi di Lichtsteiner e Vidal, squalificati, e di Giovinco, infortunato, i bianconeri schierano Padoin e Pogba a centrocampo, con Quagliarella a dar man forte a Vucinic in avanti. Nessuna sorpresa nemmeno nel Bayern, che schiera praticamente la formazione tipo, con Mandzukic centravanti e il trio Ribery-Robben-Muller ad agire alle sue spalle. La Juve parte forte e gioca bene, cercando di aggredire i bavaresi, ma il primo vero pericolo per la porta di Neuer arriva al 23': Pirlo batte un gran calcio di punizione dal limite, con il portierone del Bayern bravissimo a parare d'istinto il tiro dell'ex metronomo del Milan. Il Bayern, più propenso a fare girare palla che ad attaccare, risponde ai campioni d'Italia al 39 con Alaba, che, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, tira pericolosamente verso la porta di Buffon, stavolta bravissimo a deviare il tiro del terzino austriaco. Prima della fine della prima frazione di gioco è ancora il Bayern a cercare il gol "ammazza partita": al 45' Ribery va al tiro dal limite, con Buffon che blocca sicuro, ponendo fine a un primo tempo che si chiude sullo 0-0, e, sostanzialmente, all'insegna dell'equilibrio. Nella ripresa la Juve va subito vicina al vantaggio: al 48' Quagliarella parte da sinistra, si accentra e tira da fuori area, mettendo fuori davvero di pochissimo. Il Bayern, comunque, non sta a guardare, e, al primo contrattacco, va a colpire un palo clamoroso con Robben al 57': l'ala ex Chelsea tira a giro su sponda di Mandzukic, trovando il legno a Buffon ormai battuto. Il palo dell'olandese è una sorta di premonizione della rete del Bayern, che arriva al 64: Javi Martinez cerca il tiro su una punizione battuta da Schweinsteiger, Buffon respinge, ma non può nulla su Mandzukic, che riesce ad insaccare senza particolari problemi. L'1-0 del Bayern tramortisce la Juventus, che, dopo essere stata a un passo dal subire il secondo gol ad opera di Muller, mette in campo Matri ed Isla per Quagliarella e Padoin, senza comunque miglioramenti degni di nota nel gioco, e, soprattutto, nel numero di occasioni da rete. Entrano anche Giaccherini, Luiz Gustavo e Pizzarro, che, al 90', fissa il punteggio sul 2-0, rendendo un po' più cocente l'esito del campo, che, comunque, non si può discutere: il match termina 2-0, come a Monaco di Baviera, e deve fare riflettere sul fatto che, una dimensione "europea" si acquisisce anche, se non soprattutto, con l'inserimento in rosa di grandi campioni, che possano cambiare il volto di una squadra dal punto di vista tecnico. Non ci si deve dimenticare dei due settimi posti consecutivi pre Conte, non si devono dimenticare le belle cose fatte l'anno scorso, non ci si deve dimenticare che quest'anno, probabilmente, arriverà lo scudetto numero 31, consolazione non da poco per un gruppo e una tifoseria che, il prossimo anno, saranno certamente pronti a dare un nuovo assalto a questa coppa, difficilissima da conquistare, facilissima da desiderare.