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Italia fuori dal mondo


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 di M. LancieriNon sono un grande giramondo e non ho contatti molto frequenti con stranieri appassionati di calcio, ma ciò che ho notato negli ultimi anni, quando mi capitava di parlare con spagnoli, francesi o inglesi, è che il più delle volte la persona con cui conversavo dimostrava una conoscenza dei fatti italiani sorprendente, anche nelle occasioni in cui si parlava di sport. Magari, non era consapevole dei particolari più profondi della storia calcistica nostrana, ma generalmente la sentenza, ovunque mi sia capitato di discorrere, era la medesima: la Juve è la squadra storicamente più forte d'Italia, l'inter per vincere ha dovuto mandarla in B, il vero derby d'Italia è con il milan. Ho sempre pensato che, almeno in parte, queste affermazioni derivassero dalla volontà di non contrariarmi: in fondo, se mi capitasse di chiacchierare con un tifoso del Real Madrid, pur non essendo una squadra che amo particolarmente, non credo che mi inalbererei nelle lodi del Barcellona.Ma se le mie esperienze personali non possono validare una regola generale, qualche indizio in più sulla consapevolezza che si ha all'estero riguardo i fatti del nostro recente passato ce lo danno un paio di articoli apparsi su autorevoli testate anglosassoni.Prima di tutto, l'intervista che il Financial Time ha voluto fare al presidente juventino Andrea Agnelli. Difficilmente in Italia avremmo trovato un giornalista tanto preciso da fare attenzione a chiedere ragguagli sui contatti tra Moggi e i designatori, anziché riferirsi direttamente agli arbitri. E, come giustamente evidenziato in un nostro recente articolo (Link ), ne è dimostrazione il fatto che due testate tra le più diffuse nel nostro sfortunato paese abbiano tradotto il "referees bosses" del Financial Time in "arbitri", come richiesto dal sentimento popolare. Questa distinzione è fondamentale e vale la pena ricordarla per l'ennesima volta: parlare con i designatori era non solo consentito, ma incentivato dalla federazione, mentre parlare con gli arbitri era severamente vietato. Moggi conversava con i designatori. Altri dirigenti, come quelli interisti, oltre a parlare con i designatori (come facevano tutti), intrattenevano rapporti molto stretti con alcuni arbitri (l'infiltrato Nucini, che aveva il compito di aiutarli nella redazione dei loro dossier, è l'esempio più scandaloso). La domanda del Financial Time, pur essendo parzialmente superflua (se compio un'azione lecita, perché dovrei giustificarmi?), dimostra una conoscenza dei fatti piuttosto approfondita ed una correttezza nel riportarli sconosciuta alla maggior parte dei mass-media nostrani.Ma, ancora più di questa intervista, è interessante il flash lanciato dalla storica CNN, in seguito alla vittoria del derby da parte dei bianconeri: Juve on brink of 31st scudetto. Dopo quanto si è visto nelle aule di tribunale in questi anni e dopo le notizie che sono state rese pubbliche, soprattutto grazie al lavoro di tanti volontari e alla forza dirompente di internet nella diffusione delle informazioni, il conteggio è piuttosto semplice: i 2004/05 e 2005/06 sono stati rispettivamente il ventottesimo e il ventinovesimo, il 2011/12 è stato il trentesimo. Di conseguenza, il prossimo sarà il trentunesimo Avremmo potuto vantarne qualcuno in più, ma per molti anni abbiamo pagato dazio alla necessità di fare vincere qualcosa a chi generalmente sogna in estate e trova giustificazioni in inverno e alla totale inedia della nostra proprietà. E allora accontentiamoci dei trenta che abbiamo e del trentunesimo che speriamo arrivi presto.Tutto il mondo se n'è accorto, eccetto i giornalisti e la federazione della nostra Banana's Republic, che preferiscono comportarsi come se vivessimo su un altro pianeta. Magari anche loro un giorno decideranno di rientrare sul pianeta Terra e impareranno a fare le somme correttamente. Nel frattempo, permetteteci di aggiornare il conto alla rovescia: meno uno al numero trentuno! http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=2949 SCARICATE E DIFFONDETE GIULEMANIDALLAJUVE NEWS