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31 volte Juve!


© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Alla fine hanno festeggiato tutti insieme, com’è giusto che sia. Conte, Alessio, Carrera, il Presidente Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Marotta e Paratici. E milioni di juventini in tutto il mondo. Per i discorsi sul futuro, sulla programmazione anticipata e sui top player ci sarà tempo e modo di riparlarne. Ora è il momento di far festa, di godersi una vittoria, l’ennesima, nella secolare storia bianconera.Un successo che ha tanti padrini, certo, ma un solo padre: Antonio Conte. Un tecnico capace di riportare in soli due anni la Juventus laddove le competeva, valorizzando quella cultura del lavoro, del sacrificio e quel senso di appartenenza alla maglia che sono da sempre il marchio di fabbrica della società di corso Galfer. E ciò è avvenuto non solo sul campo, coi risultati e con un gioco non sempre spettacolare ma certo efficace e in grado di mettere sotto chiunque, almeno in Italia.Per lui questo è il secondo titolo in due anni come allenatore.Forse il più bello, perché non è mai facile ripetersi, per giunta nell’arco di una sola stagione.Una vittoria certamente strameritata, condita da tanti fattori, come quel pizzico di fortuna che non guasta mai, ma che bisogna però anche sapersi meritare. E poi dal lavoro, come già detto, dalla crescita esponenziale dei vari Bonucci (ormai una sicurezza), Marchisio, Vidal e soprattutto Pogba; dalla voglia di confermarsi e di migliorarsi tutti insieme, nonché dalla capacità di sapersi reinventare ogni qualvolta ce n’è stato bisogno.La Juventus è stata talvolta costretta a rimescolare le carte quest’anno, vuoi per qualche defezione importante, vuoi per la mancanza di attaccanti dal gol facile o in grado di risolvere la partita con una giocata. Ma in tutti i casi in Lei non sono mai cambiati l' impianto di gioco, né la mentalità.Quella stessa mentalità che l’ha portata a quelle vittorie sudate sul campo, come quelle della Juve di Lippi, di Capello e di Moggi, e non ottenute a tavolino.A turno tutti hanno dato il loro contributo, anche coloro che sono stati chiamati in causa meno degli altri. E pure qui c’è il grande merito di Conte, vale a dire quello di non guardare mai in faccia nessuno pur di tenere conto degli interessi e del bene della Juventus. Anche a dispetto delle aspirazioni dei singoli.La squadra lo ha sempre assecondato, ed è stata così in grado di lottare sempre e comunque, di farla fare sotto, come amava dire Mauro Camoranesi in passato, a ogni avversario già prima di entrare sul terreno di gioco. Ha scoraggiato la concorrenza nei momenti giusti, di volta in volta allungando su tutte quelle che a turno sembravano poterla rimontare. E ha chiuso con largo anticipo il campionato.E allora, anche se alla Juventus c’è l’abitudine di pensare sempre al domani, alla prossima vittoria, oggi, per una volta, si lasci da parte tutto il resto e si festeggi. Partano i caroselli delle auto con sciarpe e bandiere bianconere a sventolare per le vie del centro di tutte le città d’Italia e del mondo.