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Abete e le varie classifiche italiane


 
 Di F. Del ReL'ANSA riporta le seguenti dichiarazioni del presidente della federazione Abete: "Il calcio dà allo Stato molto più di quanto prende. Se l'Italia fosse al 4/o posto per tutela dell'ambiente, lotta alla criminalità, libertà di stampa potremmo essere cittadini molto contenti'': lo ha detto il presidente della Figc Giancarlo Abete, ammettendo che ''dobbiamo migliorare molto a livello di formazione, educazione, rispetto dei valori, possiamo migliorare in aree strategiche come la riforma della giustizia sportiva e sul sistema delle pluriproprieta'''. Il "concetto" espresso è: il calcio in Italia è un modello qualitativamente d'eccellenza, un modello che se fosse seguito da tutto il resto del paese renderebbe il paese stesso più ricco, più efficiente, più "contento". Un modello certamente migliorabile, ma comunque già di alto livello.Peccato che non dica quale fosse il livello del calcio italiano prima che lui diventasse presidente della Figc; peccato che l'unico "valore" che la federazione abbia realmente rispettato negli ultimi sette anni sia quello dell'incompetenza dichiarata; peccato che l'educazione di cui va parlando sia un'educazione a doppia velocità, ossia necessaria per certi tesserati, eventuale per altri; peccato che la riforma della giustizia sportiva sia una presa in giro grande quanto la vigliaccata riservata giusto un anno fa ad Antonio Conte, quanto gli "illeciti strutturati", quanto le prescrizioni riservate a certi club, nel mentre per altri si procede con velocità sospetta; peccato che quella libertà di stampa, che secondo lui ha un livello qualitativamente inferiore al sistema calcio da lui presieduto, sia stata sempre prona a tale sistema, sia stata sempre megafono di regime, sia stata sempre propaganda del "sentimento popolare" di sandulliana memoria; peccato che questo sistema, "quarta economia del paese", abbia tutte, ma dico: tutte le caratteristiche peggiori del paese stesso, di quel paese rispetto al quale si sente un'eccellenza.Altrimenti non si spiegherebbero i passaporti falsi, le regalie agli arbitri, le false fidejussioni, i fallimenti clamorosi sull'assegnazione degli europei, i tentativi di rimediare a tali fallimenti attraverso l'imposizione di una legge ad hoc per gli stadi, le inchieste e i processi sportivi in spregio del diritto e delle difese degli imputati, le due, tre, quattro velocità con le quali tali processi vengono celebrati, le dichiarazioni varie ed assortite di incompetenza relative agli esiti di tali aberranti "processi".Insomma e per concludere: se il parametro unico di valutazione fossero i soldi, avremmo una grande federazione, un grande sistema-calcio; in realtà, come dimostrano le vicende sportive recenti dell'Inter, icona gradita al sistema, icona di questo sistema, i soldi sono solo espressione del potere, non della sua qualità. Per quella, la qualità, non se ne dia vanto Abete, sono tranquillamente appaiati con quella stampa che lui ha la faccia tosta di criticare. 78 non è solo un numero, ma, oramai, un vero e proprio stato dell'anima.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=2985