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Conte ai Globe Soccer Awards: "Dobbiamo avere l'obiettivo di vincere anche a livello internazionale.


 Al futuro non penso, ora solo la Juve in testa" © foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Un pezzo di Juve nell'Olimpo del calcio. Il suo portabandiera è anche il direttore di questa splendida orchestra, Antonio Conte che, sul palco dei Global Soccer Awards, verrà insignito del premio di miglior allenatore dell'anno 2013. Domenica la premiazione e ormai tutto sembra portare a lui come candidatura finale, una volta superati sia Benitez che Klopp. Nonostante la gioia personale che attesta il valore del tecnico leccese, Conte non smette di tenere a mente solo i risultati di squadra: "Resta l'amarezza per essere uscito dalla Champions per una gara che non è stata giocata - spiega riferendosi alla neve di Istanbul - Ma dopo due anni in cui la Juve è cresciuta tantissimo, adesso deve avere l'obiettivo di vincere anche a livello internazionale. Ora abbiamo tre traguardi: lo scudetto, la coppa Italia e l'Europa League. Dobbiamo provare a vincerli tutti e tre. E io non scelgo. Futuro tra un anno? Non importa nulla, in questo momento ho solo la Juve in testa". D'altronde Juventus e Conte sono un binomio inseparabile che ha portato il Conte giocatore a vincere di tutto con la maglia bianconera. E' proprio lui a raccontare ai palchi del Global Soccer la sua carriera nel calcio: "Ho sempre parlato molto con i miei allenatori per capire bene quello che mi chiedevano e quello che volevo provare a fare. Intorno ai 30 anni, ho iniziato a dare suggerimenti ai compagni già in campo. Poi, da giocatore, ho avuto fortuna di avere tutti i più vincenti tranne Capello. Quando vinci sei bravo e questo mi ha agevolato perché mi sono confrontato con loro". Conte svela il segreto del suo successo: "Non essendo dotato, ho basato la mia carriera su corsa e sacrificio. Non sapevo a chi dare la palla a volte. Così, ora da allenatore ho cercato soluzioni per aiutare i meno dotati tecnicamente. Chiedo ai miei calciatori di chiedermi perché facciamo certi schemi, la loro utilità. Quando capiscono lo fanno più volentieri". Infine gli elogi a Bep Guardiola, anch'egli presente alla manifestazione, per la sua idea calcistica esportata in tutto il mondo e un auspicio per l'evoluzione nel calcio: "L' importante è avere società e giocatori di qualità, poi la credibilità che riusciamo ad ottenere presso i calciatori nel portare la nostra idea di calcio. Guardiola è stato un esempio importante per l'idea di calcio col Barcellona e abbiamo studiato quello che ha fatto lui. Le novità nel calcio? A me piacerebbe fare più cambi e avere più giocatori in panchina per avere possibilità in più e gestire meglio la stagione. Con le rose ampie sarebbe meglio. Anche un time-out per tempo per permettere ai giocatori di comunicare con la panchina sarebbe ideale. Il calcio è in evoluzione a me piace studiare". Conte non smette mai di imparare, così come non si smette mai di imparare dal suo calcio.