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Juve Inter. Un derby sconcertante


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 di G. Fiorito  Sul blog del Corriere della Sera sul quale è solito dire la sua, Mario Sconcerti chiama a raccolta i suoi lettori per tornare a discutere di calciopoli (Link). Lo spunto è fornito dall’attesa di quello che il giornalista ribattezza senza peli sulla lingua ex derby d’Italia.Non si può più definire così la partitissima tra bianconeri e nerazzurri, perché non è più lo scontro diretto tra le due squadre più scudettate, avendo vinto Inter e Milan entrambe 18 titoli italiani.Sconcerti sta scrivendo un libro su calciopoli e a tale scopo invita i suoi lettori ad aiutarlo in questo approfondimento basato su una sorta di introspezione generale alla quale ciascuno può portare il frutto delle sue esperienze.Con la speranza che ad affiorare non siano le solite sensazioni, le voci di corridoio e le chiacchiere da bar. Sconcerti ha messo il dito sulla piaga, anche se per certi versi ha scoperto l’acqua calda. E’ da un po’ di tempo infatti, da quando esattamente la Juventus ha ricominciato a vincere, che le sue disquisizioni girano intorno a un’esigenza di chiarezza su “quello che è accaduto, quello che sta ancora accadendo”, per dirla con le sue parole. Con il senno di poi si è reso conto che sebbene calciopoli, nonostante l’uscita di scena di Moggi, è bastato un giro di valzer per ritrovare le cose esattamente come stavano prima che lo tsunami del 2006 stravolgesse il corso della storia del calcio italiano.I conti non tornano secondo il giornalista. Sapesse secondo noi. I dubbi di Sconcerti derivano dalla constatazione espressa fin dal titolo, che Juventus e Inter siano state in tutti questi anni nemici inutili, dato il divario tra le vittorie conseguite dalle due squadre, fin troppo a favore della Juventus. Ne discende la scoperta dell’assenza del movente del reato del quale si è accusata la società bianconera e, come è stato ribadito fino allo sfinimento, dell’arma del delitto.A rigore il post pubblicato è del tutto scorretto. Calciopoli è stato sottoposto a procedimenti della giustizia sportiva e ordinaria e ci hanno sempre intimato che le sentenze si rispettano. Persino Andrea Agnelli ci ha ammonito ad attendere, costi quel costi, anche la prescrizione, che i processi giungano al giudizio finale della Cassazione. Sconcerti no, vuol cominciare il revisionismo storico. Basandosi sulle sentenze, tenendo conto dei processi complementari, ci corre l’obbligo di osservare anzitutto che il campionato 2004/2005 non è stato giudicato alterato né dalla giustizia sportiva né da quella ordinaria. Scrive il giornalista: “In sostanza non discuterò se la Juve avesse tale forza e organizzazione da riuscire ad alterare i risultati. Era certamente la società più forte e meglio organizzata. Qualunque cosa abbia commesso, è stata anche la società più punita nella storia del calcio”. Bisogna discuterne invece, altrimenti si deve ammettere che la Juventus è stata punita sull’onda del sentimento popolare, come una donna la cui bellezza sarebbe non il pretesto, ma la prova del suo adulterio.la Juventus non ha truccato i campionati; 2) designatori e arbitri non sono stati corrotti a mezzo denaro né miglioramenti in carriera; 3) il numero degli arbitri ancora sotto giudizio è troppo esiguo e addirittura in qualche caso basato su incongruenze che le motivazioni della sentenza di secondo grado di Napoli dovrà spiegare; 4) Luciano Moggi non si è servito nemmeno di un presunto potere mediatico, mentre altri lo hanno fatto. Il processo GEA fin dal primo grado di giudizio ha scagionato Moggi dall’accusa di associazione a delinquere. I processi sui falsi in bilancio hanno assolto con formula piena la Triade e prescritto Inter e Milan tra le altre squadre. Vieri è riuscito a farsi risarcire per gli spionaggi illegali della Telecom, sollevando il sipario sul modello di organizzazione della società nerazzurra, mai smentito da Moratti, che sapeva che qualcuno si offriva di fare qualcosa di illecito e mi piace ribadire sempre che non si adoperava per impedire che lo facesse.Anche Tronchetti Provera si è sempre chiamato fuori dalle responsabilità di aver spiato mezzo mondo politico, culturale e sportivo, tanto che a pagarne il fio è stato lo stato maggiore della sicurezza della Telecom. Almeno fino a quando una sentenza non ha stabilito che il presidente della Pirelli ha avuto responsabilità nella ricettazione di un cd in merito all’acquisizione di Brasil Telecom.Ci si potrebbe spingere fino a chiedersi se movente e arma del delitto non fossero in mano non alla Juventus, bensì proprio alla rivale Inter. Che ha raggiunto alla fine l’obiettivo di ottenere per sé lo scudetto agognato, sebbene di cartone. Mai restituito nonostante la relazione di Palazzi. Su calciopoli i giornalisti si dividono in 3 categorie: i Marco Travaglio, gli Oliviero Beha e gli Sconcerti. I primi hanno chiuso con calciopoli, non ne parlano più, se non quando, a corto di elezioni imminenti e impeachment vari e assortiti, tornano a vergognarsi di essere stati juventini. Per loro la fama di integerrimi e strapagati attori del web e delle platee televisive è stata conquistata calpestando le verità nascoste e adesso possono tornarsene tranquilli in tribuna vip allo JS a vedere giocare la squadra del cuore. I secondi hanno fatto outing e hanno ammesso che Luciano Moggi non era il male del calcio italiano, un calcio forse marcio, ma per responsabilità collettive che del resto l’eliminazione fisica del capro espiatorio predestinato non ha eliminato. I terzi aspirano all’aura di guru a suo tempo emanata dai Brera, i Tosatti e i Cannavò, con i dovuti distinguo. Nel tentativo di ergersi a venerandi manifestano dubbi, aprono dibattiti, raccolgono opinioni. Tenendosi rigorosamente lontani dai fatti. Cioè da quello che conta. Sconcerti non dovrebbe interrogare i suoi forumisti, c’è troppa gente che lo fa e sta diventando un vizio. Quello di sondare e dare in pasto al pubblico quello che il pubblico vuole. Dovrebbe chiedere un appuntamento a Carraro e un altro a Palazzi. Chiedere al primo perché intimava ai designatori di ammonire gli arbitri a favorire l’Inter, che ha avuto a che fare anche con passaporti falsi, e non la Juventus negli scontri diretti. Domandare al secondo perché ha atteso 10 mesi dall’esposto di Andrea Agnelli per andare a interrogare Moratti. Alla risposta “prescrizione” non accontentarsi.Qualora non avesse ancora un quadro ben chiaro della situazione rivolgersi  a Guido Rossi, maestro di etica e a Francesco Saverio Borrelli, che lasciò l’incarico di superprocuratore sportivo ripetendo che bisognava ancora indagare, che mancavano troppi tasselli. Intanto che si era già condannato.Ci sarebbero pure la signora Boccassini e l’ex capo della procura di Napoli Lepore, ma allora vorrebbe dire che ha deciso di fare sul serio.Se Sconcerti nega all’Inter l’onore e l’onere di comprimaria della Juventus, giustamente sposta l’ago della bilancia in favore di Milan, Inter e Lazio. Vada a trovare anche quei signori del calcio che negli ultimi venti anni hanno posseduto e gestito quelle gloriose società.Siccome però il revisionismo storico è una cosa seria, va fatta senza fare sconti a nessuno. Chieda anche a John Elkann di dire la sua. Anzi, lo preghi di intercedere per fissare un’intervista a quel presidente della Juventus succeduto a Chiusano, in carica dal 2 agosto 2003 allo scoppio dello scandalo nel 2006, oggi presidente onorario della società bianconera. Allora sì che andrebbe vicino a capire calciopoli. E che renderebbe un servizio allo sport e al giornalismo italiani. ">Sconcerti sempre su calciopoli http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3435