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Rap rancoroso


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 di G. Fiorito Spesso la storia personale di un artista è fatta di occasioni mancate. E’ il caso di Manu PHL e del suo rap dal promettente titolo ruffiano: “Contro la Juve” (In questo sottoprodotto della cultura rap, che invece è una cosa seria e rappresenta sia sotto il profilo musicale che sociale l’apice di un’evoluzione artistica mondiale, Manu si prende l’oscar della banalità. Ascoltate anzitutto la musica. Svuotata, moscia, un arrangiamento meno che scolastico, che fa impallidire di vergogna la sintesi perfetta tra le mescolanze dei generi musicali fratelli generatisi in America dal reggae al soul, al boogie woogie e l’iniezione di stratosferica energia del ritmo assoluto ottenuta attraverso l’uso dei mezzi elettronici. Il rap è figlio della cultura hip hop e nasce lì dove l’emarginazione dei gruppi sociali afroamericani e portoricani ha conosciuto scontri efferati tra gang rivali nel cuore della metropoli del sogno americano. Manu PHL è figlio della depauperizzazione del fenomeno rap, che pure ha incontrato straordinari adattamenti dovunque nel mondo, dai Paesi Bassi alla Corea del Sud, alla Cina, fondendo le sue istanze ritmiche e blues alla tempra di artisti eccezionali. Il rap “Contro la Juve” ha la pretesa di fare non solo calcio, ma di indicare la Juve a esempio del sistema, un po’ come aveva fatto De Sanctis, angustiato dalla sconfitta tutta personale di una Roma grande ma non abbastanza per sconfiggere l’idra bianconera. La Juventus e le sue vittorie dopo calciopoli sono lette come la restaurazione di un potere che avrebbe prevaricato su tutti gli altri, facilmente riconducibile agli Agnelli e alla FIAT. Dispiace che John Elkann, con le sue dichiarazioni sui “bamboccioni” italici ci abbia messo del suo. Però la verità è quella che Buffon non ha avuto remore a confessare: la Juventus, come la FIAT, è stata troppe volte l’alibi dei perdenti in questo paese che non riesce a fare i conti con le sue occasioni perse. Le polemiche post derby, relegate al rigore non concesso al Toro e troppo “da sintetizzare” nel vortice televisivo che frantuma e demonizza ciò che vuole, evitando di dare spazio alle ragioni della trattenuta in area su Llorente, la dicono tutta sulle mistificazioni dell’informazione. Manu PHL allo stesso modo guarda solo al potere più facile da attaccare, diventando egli stesso parte del sistema, senza porre minimamente attenzione, ma anzi rendendosi complice del calcio marcio prodotto in questi anni non a Torino, ma a Roma e Milano. Il suo lavoro, che si annulla nelle istanze di denuncia sociale, assume le caratteristiche di una canzonetta costruita a tavolino secondo il più schietto schema commerciale: ricavarne un pugno di euro. Perciò è destinato tutt’al più a trasformarsi nell’ennesimo coretto antijuve da curva. Per di più offre il fianco, come si usa nelle diatribe tra rapper, al nostro rap rancoroso, al quale non ci sottraiamo affatto, sperando di coinvolgervi nel gioco. Così che ciascuno di voi, se se la sente, ci prenda gusto, quanto giusto, aggiungendo una strofa, in risposta, per l’impertinente. Amico, ti dico una cosa Sono una juventina rancorosa Credevo fossi un tipo originale E invece tu fai l’eco al giornale Sei diventato troppo commerciale Bestiale Leggi solo la Gazzetta rosa Poi credi di sapere ogni cosa Stai attento Sull’argomento sono troppo litigiosa Mi fai scoppiare come una gazzosa Tremendo Che stai facendo? Credevo che facessi il rap Invece ti fai prendere dal trip Finisce che si arrabbia pure il Trap Contento? Che sento! Musica di strada Comunque vada Sta fuori dal sistema Blasfema Afroamericani, Portoricani Consolazione e ribellione Ritmo, rabbia dentro una canzone Reggae, Hip hop, funk, soul, boogie woogie Che tradizione! Invece tu la ola la fai pure a Mamma Rai Che te ne fai? Sei solo un tifoso Non vedi oltre il tuo naso Sfigato T’hanno imbrogliato! Per 15 anni dove sei stato? Quello che dici è tutto sbagliato Obsoleto, errato, inventato, Ci sei cascato Quando gioca la Juve è una truffa? T’inganni, è la solita fuffa Nel giubileo i Laziali per esempio Ascolta, questo è uno scempio Quasi del tutto ignorato Ancelotti hanno affogato Ti stava bene. Te ne fregavi. Non ne parlavi. Non ci rappavi. La Roma dei Sensi invece Ora te lo spiego cosa fece Rolex, false fidejussioni Regole accomodate e ribaltoni Scendeva in campo pure Nakatà Che a rigore non poteva giocà. Dell’Inter però mai s’è lamentata Anche se Moratti l’ha proprio gabbata Ma der sistema a nessuno gliene importa Se i cinque in fuorigioco sulla porta Sono interisti Tristi, poveri cristi Cartonati a vita Senza una storia vera tra le dita Per i bianconeri partecipare non è tutto A loro piace vincere di brutto Invece quelli di Zanetti il cinque maggio Non ci hanno manco avuto il coraggio Piangendo alla Juve gliel’hanno promesso Che finiva tutto in un processo Fesso Tu sei felice lo stesso Oggi dici che è colpa di Moggi Vergogna, che rogna Cose da topi di fogna Tu queste cose non le sai? Che fai? La tua memoria è sempre troppo corta. Che me ne importa. Sto accorta. Nella mia squadra giocano campioni Non vinco con le intercettazioni Di passaporti e bilanci non ho falsificazioni E soprattutto senza prescrizioni Perché potete dire che è banale Invece il mondiale L’ho vinto con la Juve e con la nazionale E voi niente Perdente…Mattrel Corradi Garzena Emoli Ferrario Colombo Nicolé Boniperti Charles Sivori Stacchini Zoff Gentile Cabrini Furino Brio Scirea Bettega Tardelli Rossi Platini Boniek Buffon Montero Birindelli Tudor Thuram Davids Tacchinardi Nedved Zambrotta Del Piero Trezeguet Buffon Barzagli Bonucci Chiellini Vidal Pogba Lichsteiner Pirlo Asamoah Tevez Llorente Questo è il mio rap.