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IL PREZZO DELL'INSTABILITÀ


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 Non è bastato un primo tempo infuocato. La lotteria degli episodi, che aveva regalato a Madama un solo gol, ha confezionato un pareggio al termine dei giochi. Il precario bottino, non implementato da altre reti, ha trascinato la Juve nel gorgo del rischio e dell’instabilità. Ne ha approfittato la Fiorentina, letale in un momento di calma piatta. Dai toni vagamente pirotecnici, il primo tempo è un calderone di occasioni. La prima, trasformata, dopo appena tre minuti: tiro di Asamoah, carambola impazzita, stoccata vincente di Vidal. Scintille e riverberi, la gara ha i vaghi contorni del focolaio. La Viola tenta la reazione spavalda, Madama è sontuosa per andatura aerobica. Asamoah, treno fumante, crossa per Osvaldo, anticipato da Savic. Allontanato il pericolo, la Fiorentina esce con coraggio dai propri reticolati difensivi. Mati Fernandez costringe Buffon alla parata, poi Asamoah pulisce l’area di rigore in rovesciata. Sul cambio di fronte, Osvaldo inventa un assist intelligente, al volo, per Giovinco, neutralizzato dalla tempestiva uscita di Neto. La Fiorentina rischia l’osso del collo, ma la traversa salva i gigliati dal tentato raddoppio di Vidal. Non che la Viola non sfiori il pareggio, anzi. L’ultimo brivido della prima frazione recita i connotati di Borja Valero: una sua conclusione, deviata, per poco non beffa Buffon. Montella cambia ad inizio secondo tempo: fuori Fernandez, vittima di un infortunio, dentro Ambrosini. La stanchezza attanaglia le gambe dei calciatori. Ritmo da camomilla, appena intramezzato da qualche scintilla improvvisa. Giovinco esce per Llorente. La Viola ha qualche singulto, represso dalla difesa della Juventus. Il peso del primo tempo ciondola sulle risorse energetiche delle due squadre come una strozzatura. Entra in campo anche Mario Gomez: fuori Matri. Detto del calo di velocità di alcune giocate, il bottino bianconero è comunque esiguo. Conte conosce l’importanza di un eventuale raddoppio. La Fiorentina, a tratti, sembra astenersi da slanci pindarici. Montella sostituisce Aquilani con Vargas. Conte fa entrare Pogba per Osvaldo. In un lampo, la partita si accende: Ilicic imbecca Gomez, abile a scattare alle spalle di Ogbonna e trafiggere Buffon in uscita. La rete arriva con la forza vigliacca del pugnale alle spalle. Esce Isla, entra Padoin. La Viola, gasata dal pareggio, tenta persino il colpaccio, ma Buffon è magistrale a deviare in tuffo un tiro di Vargas. Quando l’arbitro fischia, il pareggio sorride sornione alla Fiorentina. Gli errori hanno un prezzo, certo che sì. La Juventus l’ha pagato. Ma non è ancora finita. La corsa europea dei bianconeri passerà da Firenze. L’ultima battaglia di una guerra che vincerà chi avrà più coraggio.