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Rispondere per le rime ormai è un dovere


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 di F. Filippin “Le parole di Totti sono inaccettabili”. Questa la risposta dell'AD juventino Marotta alle vergognose accuse del capitano giallorosso lanciate nel post partita, di quello cioè che è sempre più “senza dubbio il calciatore italiano più antisportivo di tutti i tempi”, per parafrasare la mirabolante definizione recente di un telecronista (ovviamente “lupacchiotto dentro”).Una frase che di per sé sarebbe andata anche bene, se fosse stato l'incipit di una reazione dura, mirata e circostanziata, per mettere a tacere dal nascere la prevedibile infilata di accuse a tutta pagina del giorno (e presumibilmente dei giorni) dopo. E invece, come sempre accade, niente o quasi. Frasi sbiascicate del tipo “le nostre vittorie sono meritate” o “gli errori si compensano a fine stagione”: come se dovessimo scusarci delle nostre (ripetute) vittorie. Ieri (oggi, a dire il vero, siamo ancora in tempo, visti gli attacchi osceni che sono puntualmente partiti dalla solita stucchevole e ripetitiva stampa romana e dalla sempre più romacentrica rai...) la risposta doveva essere una sola: ovvero l'elenco degli errori/orrori di un arbitro assolutamente inadeguato ad una partita di cartello, che ben si poteva immagire a rischio polemiche. Marotta avrebbe potuto (dovuto) citare il rigore con espulsione annessa su Marchisio; avrebbe potuto (dovuto) citare la punizione inesistente dalla quale è scaturito il rigore (più che dubbio) su Totti; avrebbe potuto (dovuto) dire che se non era fuorigioco il gol dell'Athletic Bilbao contro il Napoli non si capisce come potesse esserlo quello di Bonucci per il fuorigioco passivo di Vidal. Avrebbe potuto (dovuto) dire che domani (oggi) avrebbe dato mandato ai legali della società che dirige di verificare gli estremi per una azione, sia davanti alla giustizia penale, che a quella sportiva, per tutelare l'immagine di una società da chi trova più semplice giustificare una sconfitta (la quarta di fila a Torino, come ricorda Bonucci, uno che dice – finalmente – le cose come stanno) con accuse di questo livello. Sarebbe bastato anche un perentorio e apparentemente semplicistico “Totti parla ma dimentica il rigore che gli è stato regalato”.Nulla di tutto questo, in ossequio forse ad una strategia improntata sul politically correct proveniente dall'alto, che impone di porgere sempre l'altra guancia e di abbassare i toni anche quando sono gli altri gli unici ad alzarli, e che sembra sempre più una difesa con il fioretto a fronte di un attacco di carri armati. Campionato falsato, ha scritto qualche giornale (indovinate quale...), dove di falsato c'è solo la faccia tosta di chi continua a dire che la Roma arriva seconda solo perchè la Juventus (o “rubentus”, per citare ancora rainews – sevizio “pubblico” pagato, ovviamente, con soldi “pubblici”) imbroglia, dopo oltre 70 (SETTANTA) punti di distacco collezionati dai giallorossi dal 2011 ad oggi, in poco più di tre stagioni.Chi non si difende legittima e rafforza chi attacca: non averlo ancora imparato dopo gli ultimi otto anni è grave e inaccettabile per chi, come dice ma sempre più spesso non dimostra, dovrebbe volere il bene della Juventus.