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Che barba,che noia,chenoia,che barba....


Serie A Juve Hai perso con la Juve? Presto, accusa l'arbitroCome è nata l'idea della prima pagina del giornale di oggi: da Sandra e Raimondo alle dichiarazioni precotteMarotta: Basta!
  TORINO - «Che barba, che noia, che noia che barba». Sandra Mondaini era un genio almeno tanto quanto Raimondo Vianello e la nostra prima pagina di oggi rende indirettamente omaggio a due attori e autori celebrati senza dubbio meno di quanto, tuttora, meritino. Anche se, in realtà, abbiamo preso in prestito il tormentone della grande Sandra per riassumere lo stato d'animo della Juventus e del suo popolo di fronte all'ennesima battaglia mediatica per screditare la più che legittima vittoria del San Paolo. La rabbia, infatti, sfuma nel tedio di fronte all'ennesima recriminazione che, sinceramente, è parsa proprio come il copione di una sit-com. Quasi che il tweet di De Laurentiis fosse lì, già preparato, pronto all'uso, come il tormentone comico di certe fortunate serie televisive. Hai perso contro la Juve? Via, spara subito una bella accusa all'arbitro e fai contenti i tifosi che digeriscono meglio la sconfitta e non se la prendono, nell'ordine, con: 1) i loro giocatori che hanno reso meno del previsto; 2) del loro allenatore che non ha azzeccato le mosse; 3) della società che non ha allestito una squadra all'altezza. La frase «la Juve è già forte, se poi viene aiutata dagli arbitri diventa imbattibile» ha lo stesso sapore di certi surgelati di rapida cottura, per la serie "quattro alibi in padella" e in cinque minuti fai un figurone. Se un fuorigioco, che solo con una professione di fede si può dire di aver perfettamente percepito dalle immagini televisive, diventa il perno su cui far girare la gogna mediatica, il sospetto della premeditazione (delle accuse alla Juve, non degli errori arbitrali) diventa legittimo. Anche perché molto raramente il rumore provocato dagli errori a favore delle dirette concorrenti dei bianconeri o a danno degli stessi bianconeri ha il medesimo o anche analogo volume. Insomma, se il gioco si è "massacriamo gli arbitri", allora le regole devono valere sempre e per tutti. Così come se si decide la strada del "parliamo di calcio, gli arbitri possono sbagliare". Non siamo così tromboni (e poco italiani) da preferire la seconda via alla prima, solo pensiamo ci vorrebbe un po' più di coerenza. Tutto qui.