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Juve, riecco il Verona: per i big è un esame


In Coppa contro il Verona la Juve di riserva ha brillato e segnato. Tevez e i titolari non possono sfigurare davanti agli stessi avversari
© LaPresse TORINO - Ennò, domani sera allo Juventus Stadium non va mica in scena (non soltanto, almeno) la sfida tra la Juventus e il Verona. Affatto: il duello - alla distanza: distanza temporale - sarà anche tra Juventus e... Juventus. Già, la squadra cosiddetta A, quella dei titolarissimi, contro la squadra cosiddetta B, quella delle riserve. Riserve che però, a loro vantaggio, portano in dote la bellezza di 6 gol (a uno) rifilati proprio al Verona. Riusciranno Tevez e compagni - ad appena tre giorni di distanza - a vincere e convincere in maniera così netta, prepotente, lampante? Gerarchie - Dice: per mantenere (o addirittura aumentare) la distanza dalla Roma seconda in classifica basta un 1-0 al 90’. Sì, ok. Ma, risponde: per mantenere invariate determinate gerarchie interne allo spogliatoio, l’1-0 non basta all’Apache, a Llorente, a Evra e a compagnia (quasi sempre, finora) giocante. E va bene che al proprio cospetto i bianconeri si ritroveranno un Verona teoricamente più forte (anche i gialloblù, giovedì, sono stati schierati in “formato di Coppa”) e certamente più agguerrito dopo la strigliata di allenatore e presidente. Ma il fresco fresco confronto con quel 6-1 spettacolo avrà comunque un peso specifico tale da poter far ricredere il tecnico Masimiliano Allegri in merito a determinate valutazioni. Lancio - E’ stato proprio il Conte Max, del resto, pochi giorni fa, a spiegare: «Comprare per comprare non serve a nulla. Se non arriveranno dei nuovi big, lavorerò e lavoreremo per lanciare dei giovani». Cosa che è accaduta ad esempio con Kingsley Coman, che ha trovato il suo primo gol (e che gol...) stagionale. E pure, in piccola parte, con Federico Mattiello, che ha avuto modo di collezionare qualche altro minuto ufficiale in maglia bianconera. Ma non soltanto: il Conte Max è andato anche oltre. Non solo ha lanciato, ha altresì rilanciato. Ad esempio Sebastian Giovinco (goleador con le valigie in teoria già pronte), ad esempio Simone Pepe: uno che, come ha detto lui scherzando, non giocava dacché si usavano ancora la cassette vhs. Per non parlare poi di Alvaro Morata, Roberto Pereyra, Simone Padoin: sinora rincalzi più o meno di lusso che, sia pure contro un Verona non esattamente di big, hanno saputo farsi trovare pronti alla chiamata dimostrando che non sarebbe un’idea così campata per aria quella di puntare maggiormente sul turnover e riequilibrare almeno un po’ il rapporto dei minuti giocati tra titolari e riserve.