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Campionati (ir)regolari o dirigenti incapaci?


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 di P. Cicconofri Parlando di campionati irregolari la prima cosa che viene alla mente è calciopoli, non tanto per l’esito finale che pochi conoscono (la sentenza ne ha escluso l’alterazione sancendo la loro regolarità), quanto per quel martellamento mediatico che, nell’immaginario collettivo di tifosi e simpatizzanti, ha contribuito a rendere reali quelle che erano solo accuse non provate.Viene quindi spontaneo domandarsi come, dopo aver ascoltato le parole di Lotito (non uno qualunque visto il potere che ha saputo raccogliere), nessun grande accusatore (nel paese dei complotti) abbia intrapreso un’azione concreta atta a mettere in dubbio quelle problematiche sollevate da Iodice. Anche perché chi è stato tirato in ballo occupa ruoli importanti all’interno delle istituzioni sportive con conseguente potere di fare e disfare in base all’esigenza e alle alleanze del momento.Eppure, nelle linee programmatiche del nuovo governo dello sport, al primo posto c’è la voglia di recuperare l’immagine del nostro calcio orami sbiadita, non solo per i risultati deludenti di nazionali e club in Europa. Forse le responsabilità vanno ricercate altrove ma nessuno ha il coraggio di affrontare un vero e proprio cambiamento. Anche perché, come evidenziava ieri un’analisi pubblicata di Tuttosport, tutti i club della massima serie, con varie sfumature più o meno sostanziali, non potrebbero iscriversi al campionato.Ciò che di irregolare è conclamato e non solo ipotizzato, è l’incapacità di chi non ha saputo mantenere il campionato italiano su standard accettabili piegandosi di volta in volta a soluzioni di compromesso ( lo spalmadebiti, l’iscrizione di società praticamente fallite, il cambio in corsa di norme atte a favorire qualche compagine; amministratori ammanicati tra loro per salvare altri interessi …).La strada sembra ancora lunga... http://www.giulemani...lio.asp?id=4141