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La Signora non è mai sazia. Pereyra firma il vantaggio, Sturaro si inventa il 2-1, Pepe chiude i conti


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La Juventus continua a restare seduta nel ristorante, ordina pietanze e le divora quasi non fosse mai sazia. Carattere, grinta e personalità, non fa differenza chi giochi, il risultato è sempre lo stesso: la Signora vince. Penultimo atto della stagione, in uno Stadium vestito a festa la Juventus alzerà per la quarta volta consecutiva la Coppa scudetto. In mezzo la sfida con il Napoli in lotta per un posto Champions, Benitez vuole la qualificazione all’Europa che conta prima di salutare Napoli e il Napoli. E’ una Juventus con diversi cambi in formazione, il modulo è il 4-3-1-2, si rivede Asamoah dal primo minuto, tornano Buffon, Marchisio e Morata, accanto allo spagnolo c’è il francesino Coman. 4-2-3-1 per i partenopei, dietro all’unica punta Higuain il trio Insigne, Callejon, Mertens, manca nell’undici titolare Hamsik. Il Napoli comincia all’attacco, tre occasioni consecutive, due targate Mertens e una David Lopez, Buffon attento. La Juventus nei primi minuti di gioco lascia l’iniziativa ai partenopei, nessuna fretta e voglia di forzare la giocata tra i bianconeri. A farsi notare è Andrea Barzagli con un paio di interventi che strappano l’applauso del pubblico dello Stadium. Juve ben schierata in difesa, non alza il ritmo di gioco ma con il possesso palla costringe gli azzurri ad abbassare il baricentro e i risultati si incanalano nella rete del vantaggio. L’azione parte dai piedi di Barzagli, verticalizzazione centrale per Coman che nel frattempo è arretrato per ricevere palla, il francese sforna un assist al bacio, è un cioccolatino che Pereyra deve solamente scartare, l’argentino solo davanti ad Andujar lo supera con un piattone. Il più attivo tra gli azzurri è Mertens, il belga ci prova con un destro a giro, pallone alto sulla traversa. Lenta e prevedibile la manovra del Napoli, i bianconeri si compattano bene e quando si distendono partono gli applausi del pubblico. Pogba regala lampi di classe, lo imitano Morata e Marchisio, al 35’ il francese prova a imitare le prodezze balistiche su punizione di Andrea Pirlo: il suo destro a giro termina non di molto lontano dalla porta di Andujar. Al 38’ è la “giocata” dei tifosi a meritare gli applausi: coreografia per ricordare le 39 vittime dell’Heysel, grande striscione al centro, tantissimi fogli bianchi con i nomi delle vittime che il 29 maggio del 1985 persero la vita, tutto lo Stadium è in piedi. Il primo tempo termina 1-0 per la Juventus, nonostante l’aria di festa, la sfilata con la Coppa Italia prima del fischio d’inizio è una Signora concentrata, sta bene fisicamente, non accelera in  maniera sistematica ma quando lo fa con il possesso palla e il coinvolgimento di tutti gli orchestrali certifica la sua superiorità su di un Napoli farraginoso. La ripresa comincia con un cambio a testa, per il Napoli entra Gabbiadini al posto di Higuain, l’ex Samp va a prendere il posto del Pipita, per i bianconeri invece Bonucci rileva Barzagli. Al 2’ è subito Juve: l’azione parte da Coman, il francese mette il turbo, vanno a raddoppiarlo in due, il francese scarica per Pogba, lancio perfetto per Sturaro che prova l’eurogol con un destro al volo. Al 4’ il Napoli pareggia: calcio di rigore fischiato agli azzurri per un presunto fallo di mano di Asamoah, il braccio del ghanese però è attaccato al corpo, involontario il suo tocco ma per Banti ci sono gli estremi della massima punizione. Dal dischetto Buffon compie il miracolo, sulla respinta David Lopez è il più lesto di tutti ad arrivare sul pallone e fa centro. E’ la prima rete del Napoli allo Stadium. Dopo il pareggio i bianconeri provano a ritornare in vantaggio, si alza il baricentro della Juventus, Marchisio e Pogba vanno al tiro, il Napoli attende e si affida alle ripartenza. Al 17’ azione personale di Alvaro Morata, lo spagnolo taglia da sinistra verso il centro, destro centrale parato in due tempi da Andujar. Al 22’ finisce la partita di Insigne e comincia quella di Marek Hamsik, si risistema il Napoli in avanti con lo slovacco che va al centro, Mertens a sinistra e Callejon a destra con Gabbiadini punto di riferimento. Passa un minuto e Buffon si supera in due interventi, prima su David Lopez e poi su Hamsik. Il Napoli alza il ritmo, vuole i tre punti per la rincorsa a un posto in Champions. Anche Allegri effettua il secondo cambio, standing ovation per Marchisio, in campo il Professore Pirlo. Rispondono i bianconeri, quando Coman punta i difensori azzurri fa valere tecnica e velocità, è interessante il pallone del francese al centro, Morata arriva in leggero ritardo. Il gol è solamente rimandato: splendida la giocata di Sturaro, spalla alla porta riceve palla, si gira e manda a vuoto la difesa azzurro, il centrocampista bianconero penetra in area come un coltello nel burro e con un sinistro a giro batte Andujar. Subito dopo Benitez manda in campo Jorginho per Gargano, Allegri sostituisce Pereyra per Pepe. Al 34’ angolo per il Napoli, Buffon esce male, David Lopez, il più pericoloso tra i partenopei nella ripresa, impatta di testa ma non trova la porta. A due minuti dal termine ancora Buffon sugli scudi, cross dalla sinistra, Gabbiadini sfiora solamente, il numero uno bianconero è attentissimo. A uno la Juve chiede il calcio di rigore, lancio di Pirlo per Morata, lo spagnolo punta Maggio e si inserisce tra lui e Jorginho, il laterale azzurro lo atterra, Banti lascia correre, lo spagnolo imbufalito si rialza e mima il gesto degli occhiali. Nel recupero saltano i nervi a Britos: l’uruguaiano si becca con Morata per un contatto avvenuto poco prima e in piena area di rigore gli rifila una testata sul volto. La terna arbitrale vede tutto, Banti espelle il difensore e assegna il calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Pepe che calcia centrale ed entra anche lui tra i marcatori stagionali della Juventus tetracampione d’Italia. Tra gli applausi del pubblico bianconero Juve – Napoli termina 3-1.