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Alle italiane non piacciono i preliminari


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 di F. Del Re L'ennesima eliminazione al preliminare di Champions' League subita da una squadra italiana, e siamo alla quinta in sei anni, la seconda di fila, testimonia, se mai ci fosse stato bisogno di ulteriori controprove, che al momento il calcio italiano è la Juventus e poco più, intendendo per "poco più" l'exploit estemporaneo dello scorso anno di Fiorentina e Napoli in Europa League. E' un movimento che palesa in maniera evidente la difficoltà ad imporsi in Europa, considerando anche l'ennesima eliminazione al preliminare di Europa League, visto che quest'anno è toccato alla Sampdoria lasciare la "minima" competizione europea già a Luglio.I motivi di questa situazione li conosciamo tutti, sono sempre i soliti: programmazione approssimativa, mercato delle occasioni, dei parametri zero, degli elefanti al cimitero; assenza di politica di sviluppo e valorizzazione dei settori giovanili, assenza di introiti da impianti di proprietà, da merchandising globale; assenza di mentalità europea, dovuta ad un calcio troppo spesso speculare, non propositivo, basato ancora, sempre più, sulla condizione atletica che non sulla tecnica di base.Eppure i vertici del pallone stanno ancora a guardare, senza nulla proporre di serio e di concreto. Ancora non esiste un programma di valorizzazione dei settori giovanili, le squadre B sono di là da venire, ad oggi solo la Juventus, guarda caso, gioca in un impianto moderno e di proprietà e verrà seguita a breve, sempre guarda caso, dall'Udinese, l'altra realtà del football italico veramente all'avanguardia. La Roma ha in programma uno stadio con attigue attività commerciali faraonico, ma è ancora un progetto; Milan e Inter ancora non si è capito cosa vogliano fare in merito; Napoli e Fiorentina sono ancora "ai disegnini"; le altre non pervenute o osteggiate da amministrazioni comunali almeno miopi, come nel caso dell'Empoli di Corsi.Non esiste una legge veramente mirata ed applicata sulla tutela dei marchi, perché questo è un paese che a parole combatte l'illegalità, ma nei fatti la anela, la tollera, la incoraggia. Ogni anno, ad ogni eliminazione estiva, ci ripetiamo come un mantra sempre le stesse cose, come è tipico di un paese in rovina che guarda se stesso nel ricordo struggente di com'era quando era bello e forte e, struggendosi in tale ricordo, non ha la forza e il coraggio di cambiare per rinascere. L'unica cosa positiva in questo disastro è che per la terza volta in quattro anni la Juventus dovrà spartire la torta europea soltanto con un'altra società italiana. Misteri del market pool... http://www.giulemani...lio.asp?id=4393