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Abete: «La crisi della Juve preoccupa per la Nazionale» Il presidente della Figc avverte Lippi: «La situazione di difficoltà di una squadra che dà tanti giocatori alla Nazionale, costituisce un elemento di riflessione. Questo non vuol dire che il ct debba cambiare indirizzo, ma la difficoltà di alcuni giocatori è sotto gli occhi di tutti, meglio conoscerla prima che non trovarsi di fronte a sorprese nell'imminenza del Mondiale»ROMA, 22 marzo - Il presidente della Figc Giancarlo Abete, intervenuto oggi a 'La Politica nel pallone' di Gr-Parlamento, ammette  di essere preoccupato dell'annata difficile che sta vivendo la Juve, visto anche che l'ossatura della Nazionale è bianconera. «È naturale che la situazione di difficoltà di una squadra come la Juventus, che dà tanti giocatori alla Nazionale, costituisce un elemento di riflessione. Se la difficoltà della Juve si è appalesata così forte durante il campionato - rileva - è un'opportunità che ha anche il tecnico della Nazionale per poter per tempo fare le sue riflessioni. Questo non vuol dire che debba cambiare indirizzo, significa che è una realtà sotto gli occhi di tutti, la difficoltà di alcuni giocatori è sotto gli occhi di tutti, meglio conoscerla prima che non trovarsi di fronte a sorprese nell'imminenza del Mondiale». INTER - L'Inter rimane una società che «rappresenta l'Italia a tutti quanti gli effetti»: il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete,  torna sulle parole di sabato scorso di Marcello Lippi. Il ct azzurro, dopo l'impresa nerazzurra contro il Chelsea, aveva detto che l'Inter è una «grandissima squadra, ma non si può parlare di calcio italiano, perché non c'è neanche un italiano». «Se andiamo a vedere altre squadre in Europa - spiega Abete - ci sono tantissime squadre che pescano in maniera significativa non sui giocatori del loro paese ma altrove». E allora le parole del ct? «Lippi trasferisce un messaggio facilmente comprensibile se non si vuole leggere in maniera strumentale. Su quella squadra è difficile recuperare tanti giocatori per la Nazionale italiana anche se l'Inter ha comunque giocatori di primissimo livello anche italiani (Santon, Balotelli, Materazzi). Però è chiaro che è una squadra che si è presentata a Londra con una formazione base fatta da 11 giocatori non italiani». CASSANO - Abete è poi tornato sul tormentone Cassano: «Quando si avvicina un Mondiale, quindi una volta ogni quattro anni, tutti debbono essere pronti ad accettare la spinta sul gradimento di questo o quel giocatore. Fa parte della bellezza del calcio». Fermo restando che l'ultima scelta spetta sempre al ct.