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Calciopoli, introvabili le telefonate di Moratti a Bergamo...


Calciopoli, introvabili le telefonate di Moratti a BergamoQuelle telefonate di cui si parla nell’infor­mativa dei carabinieri del 19 aprile 2005 non si trovano da nessuna parte. Ne parlano tra loro i plurintercettati Berga­mo e Maria Grazia Fazi, ma non si trovano trascrizioni e sonoroNAPOLI, 24 marzo - Dal controesame di Attilio Auricchio, co­sì come dal dibattito vivace tra difesa e pm che obiettano, s’op­pongono, parlottano col teste durante le pause dell’udienza, al­cune perle significative. Come questa che fa chiarezza, anzi no su una delle domande ricorrenti di Moggie Bergamosui con­tatti con Facchetti del designatore, amico del presidente in­terista scomparso. Quelle telefonate di cui si parla nell’infor­mativa dei carabinieri del 19 aprile 2005 non si trovano da nessuna parte. Ne parlano tra loro i plurintercettati Berga­mo e Maria Grazia Fazi, ma non si trova trascrizioni e sonoro.Avv. Prioreschi (difesa Moggi): «Colonnello Auricchio, le ci­to un’intercettazione del 5 gennaio 2005, ore 14.30, tra Maria Grazia Fazi e Bergamo, dove il designatore riferisce telefona­te di Moratti e di una cena che aveva organizzato con Facchet­ti perché si lamentavano degli arbitri quelli dell’Inter, poi di un’altra telefonata del 29 marzo 2005 in cui Bergamo riferi­sce di colloqui con Moratti. Ora, noi abbiamo cercato queste interlocuzioni tra Bergamo e Moratti, ma non le abbiamo tro­vate. Lei, tenente colonnello Auricchio, sa spiegare perché que­ste telefonate non ci sono, visto che i telefoni di Bergamo era­no intercettati?»Ten. Col. Auricchio: «Non so dare spiegazioni».Pm Narducci: «E’ l’avvocato che lo dice, ma non può dimo­strare nulla».Avv. Prioreschi: «Dottor Narducci, lei ha messo sotto inter­cettazione tutti i telefoni di Bergamo».Pm Narducci: «Qualcosa sarà sfuggita, magari non tutti i te­lefoni erano sotto controllo».Auricchio: «Tutte le telefonate intercettate sono state ripor­tate, e quelle che non sono state riportate sono state compen­diate. Facchetti avrà chiamato su altro numero».Giudice Casoria: «Va bene, avvocato, non lo sa spiegare».Avv. Trofino (difesa Moggi): «Perché ci interessa? Beh do­po tutto quello che è venuto fuori al processo Telecom...»Avv. Prioreschi: «Magari il pm può appellarsi al Segreto di Stato...».sempre Alvaro Moretti per tuttosport..Inter e Bergamo, giallo sulle chiamate Auricchio,il pm di calciopoli: «Ci potrebbe essere sfuggito qualcosa»MARCO ANSALDOTORINOC’è un dubbio che trapela dalla deposizione resa dal colonnello dei carabinieri Aurelio Auricchio che condusse le indagini su Calciopoli e che è stato ascoltato ieri come testimone nell’udienza davanti alla nona sezione del Tribunale di Napoli: il dubbio è che l’enorme lavoro di intercettazioni fatto in quei mesi sia stato diretto nei confronti della Juventus di Moggi e Giraudo, tralasciando o almeno non approfondendo le tracce che potevano portare ad altre società, tra cui l’Inter.Auricchio ha naturalmente difeso il proprio operato. «Tutte le telefonate intercettate sono state riportate e quelle che non sono state riportate sono state compendiate», ha replicato l’ufficiale alle domande dell’avvocato Prioreschi, uno dei difensori di Moggi. Tuttavia non ha saputo spiegare il fatto che non ci sia traccia di una conversazione tra l’ex designatore Paolo Bergamo e la segretaria Fazi a proposito delle telefonate di Moratti e di una cena che aveva organizzato con Facchetti perché all’Inter si lamentavano degli arbitri. Nè di un’altra telefonata in cui Bergamo riferisce di colloqui con Moratti. Eppure, ha osservato Prioreschi, l’utenza dell’ex designatore era sotto controllo. «Non so dare spiegazioni, Facchetti avrà chiamato su un altro numero», ha detto Auricchio e il pm ha ammesso che «forse qualcosa sarà anche sfuggito». A giudicare dalle contestazioni dei legali di Moggi non sarebbe una falla di poco conto visto che l’Inter fu poi la maggiore beneficiata dalle sentenze di Calciopoli.Auricchio ha poi spiegato che l’investigazione si limitava a esaminare quanto emergeva dalle intercettazioni, quindi non c’era una valutazione delle decisioni arbitrali, cioè se erano corrette, e si confrontavano semplicemente gli indizi raccolti dalle telefonate con i tabellini e le cronache delle partite sospette. Infine l’ufficiale ha parlato dell’amicizia con Franco Baldini, l’ex dirigente della Roma e collaboratore di Capello alla Nazionale inglese. Auricchio ha negato di aver mai parlato con Baldini dell’inchiesta che coinvolgeva la dirigenza juventina. Secondo Preioreschi invece lo avrebbe fatto al punto che Baldini nell’ottobre 2004 avrebbe chiamato il suo amico Antonelli, procuratore e ex amministratore delegato del Torino, per dirgli che «un maggiore dei carabinieri di nome Auricchio stava indagando nel calcio». In seguito Antonelli avrebbe incontrato Auricchio per un caffè.la Stampa