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di CirdanSu di Lui ve ne avevo
scritto ad inizio anno, consigliandovi letture
molto più approfondite sulla tematica di Calciopoli. Con la speranza che l'istinto e la ragione vi abbia portato nella miglior direzione, non posso far altro che riprenderlo, Lui, perché continua a ricalcare quel disegno apparso più e più volte su quel giornale rosa che passa i suoi giorni appoggiato ai banconi dei bar; e su cui l'Auricchio's team scopiazzò per completare le indagini. Stavolta, però, devo dargli ragione: «Se chi ha pubblicato le 75 intercettazioni sapesse anche leggerle, ne trarrebbe l’unica conseguenza possibile: bene han fatto il colonnello Auricchio e i pm Narducci e Beatrice a escluderle dal processo, visto che non contengono notizie di reato». Chiaro e limpido: le intercettazioni che hanno interessato Facchetti, Moratti, Galliani, Meani, Foschi, Pradé e altri (tanto per usare una terminologia consona) non contengono notizie di reato. Si badi bene, questo non è sarcasmo ma quanto crede lo scrivente: chiacchiere da Bar dello sport. Apro parentesi: se poi queste saranno ritenute da chi di dovere, utili per ulteriori accertamenti, apriremo nuovamente il portafogli per l'ennesima inchiesta, magari seguita da un bel processino senza senso; chiusa parentesi.Me ecco subito pronto un altro "però"; Marco Travaglio scrive: «I fatti dicono che Moggi telefonava ai designatori per ordinare arbitri à la carte, come al ristorante, per le coppe e addirittura per le amichevoli, mentre per il campionato dettava le griglie per tener lontani i (rarissimi) fischietti sgraditi. E veniva puntualmente accontentato».Premettendo che per un attimo avevo sperato che il buon Travaglio avesse finalmente imboccato l'uscita giusta, cerchiamo almeno di essere seri. Di "giornalisti" che nel periodo fanno a gara a chi la dice più grossa, sinceramente non se ne può più, la storiella che tiene banco dopo la "scoperta" delle "nuove" intercettazioni, secondo cui quelle "vecchie" erano di gran lunga più compromettenti di quelle "nuove", è una balla grande così; che se poi volessi fare il pignolo e ricordare che Moggi è stato condannato per «aver intrattenuto contatti realizzati anche su linee telefoniche riservate e aver partecipato agli incontri, con modalità non pubbliche; condotte contrarie ai principi di lealtà, probità e correttezza e al contempo dirette a procurare un vantaggio alla Juventus», mi viene da chiedere dov’è la differenza tra quello che ha fatto Moggi e quello che hanno fatto gli altri, visto che anche gli altri telefonavano, cenavano, grigliavano, si incontravano e si "spingevano". Ma al di la di questo; se il buon Travaglio ci suggerisce, a ragione, che le "nuove" intercettazioni non contengono notizia di reato, e visto che ci sono suggerirei di scrivere: "non contengono notizia di illecito sportivo", come si fa a sostenere che quelle riguardanti l'ex dirigenza bianconera, invece, erano sanzionabili di illecito?Nel 1976 Lino Toffolo cantava "Chi ha rubato la marmellata?". Oggi i giustizialisti continuano a dare la colpa a Moggi, dimenticando due particolari: a) in tutto questo a rimetterci è stata la sola Juventus, e così facendo sarà la sola che pagherà le millanterie di tutto il movimento calcistico italiano; b) sarebbe ora che Travaglio e quelli come lui la smettessero di fare i pappagalli e gli elefanti per conto di "Johnny bassotto", quello che con un fischio ha arrestato la nostra fantasia.L'articolo è pubblicato anche su
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