juveland

Chiellini chiede più soldi ma la Juve non ha fretta....


 Fonte: di Jacopo D'Orsi per "La Stampa"
© foto di Filippo GabuttiMourinho mi piace perché dice la verità. È un grande allenatore, ma anche una persona molto intelligente: sono spesso d’accordo con lui». Firmato Giorgio Chiellini, come sempre senza peli sulla lingua. Parole autentiche, visto che a pronunciarle - qualche mese fa - fu uno dei simboli della Juve post-Calciopoli, non esattamente la società e la squadra più affettuose nei confronti dei nerazzurri. Ieri s’è scoperto che il sentimento di stima è ricambiato: Mourinho avrebbe inserito il difensore, già nel mirino dei due Manchester, United e City, nella lista della spesa del nuovo Real Madrid, con ogni probabilità il suo. Che il corteggiamento sia più che concreto lo fa capire anche Davide Lippi, il procuratore, avvistato ieri nella capitale spagnola per la finale di Champions League insieme con tanti colleghi. «Ma io sono qui per lavoro. A buon intenditor poche parole», ha detto Lippi jr.Se alcuni tra i club più importanti e facoltosi d’Europa bussano alla porta di Chiellini, e chi lo rappresenta non fa nulla per nasconderlo, è per via di un prolungamento del contratto che da scontato s’è fatto un po’ più complicato. Migliore per distacco nell’ultima disastrosa stagione, atteso protagonista al Mondiale, nelle intenzioni della nuova società Chiellini dovrà essere uno dei pilastri della rifondazione. Ma non a tutti i costi. Sia a livello di valutazione (dai 30 milioni in su se ne può trattare la cessione), sia a livello d’ingaggio, che invece lui vorrebbe adeguare allo status che ritiene di avere acquisito. «È un big e come tale deve guadagnare», spiegò sempre Lippi jr qualche tempo fa, chiarendo che gli attuali 2 milioni (netti) a stagione fino al 2013 ormai gli stanno stretti. «Giorgio pensa solo al Mondiale», giura chi lo conosce bene. Proprio oggi parte la spedizione azzurra, con il raduno di Venaria e il ritiro a Sestriere fino al 5 giugno. Ma il ragazzo, oltre ai sogni di gloria, in valigia dovrà infilare anche un bel carico di incertezze, destino condiviso con altri tre pezzi (su sei, esclusi Marchisio e forse Iaquinta) del blocco bianconero. Compagni che come lui partono senza conoscere il proprio futuro, a cominciare da Buffon, cedibile in caso di buone offerte (almeno 20 milioni). «Non so se resto», confessò a campionato appena concluso. Ora attende di incontrare il nuovo dg Marotta. Lo stesso vale per Cannavaro, in scadenza a giugno e lontano dal rinnovo (come da un incarico nella dirigenza), nonché per Camoranesi (2011), che potrebbe essere scaricato in extremis anche da Lippi al momento della scelta dei 23 da portare in Sudafrica. «La società ci ha detto che non rientra più nei piani», spiegò un mese fa il suo agente, Sergio Fortunato. Ma la prima grana per Marotta è rappresentata dalle richieste di Chiellini. Del resto, da titolare sul campo, nella squadra degli stipendi il difensore finisce in panchina: sono 13 i compagni con una busta paga più pesante della sua.Il ritardo della firma fino al 2015 si spiega anche e soprattutto con la nuova filosofia del club, votata all’abbattimento degli ingaggi. Una cura dimagrante che prevede la cessione di alcuni giocatori dai guadagni notevoli e avanti con l’età (esempi: Trezeguet, Amauri, Zebina), nonché di pensarci dieci volte prima di concedere aumenti e firmare altre intese faraoniche. Ecco perché tra la Juve e Chiellini, che chiede di salire oltre i 3 milioni a stagione e probabilmente alla fine resterà, c’è ancora una certa distanza. Non una voragine, ma una fessura sì. In mezzo, oltre alle ricorrenti sirene inglesi - nel 2007 stava per essere spedito al Sunderland, ora piace anche all’Arsenal -, adesso ci si è messo anche Mou.