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La strage dell'Heysel: ricordare per non dimenticare!


© foto di Federico De LucaSono passati 25 anni da quella terribile strage, ma il dolore per le 39 vittime di quella maledetta serata è ancora impressa nelle nostre menti. Prima della gara si era parlato di una struttura fatiscente, priva di adeguate uscite di sicurezza e di corridoi di soccorso. Il campo di gioco e le tribune erano mal curati, assi di legno erano sparse per terra, i muretti divisori erano vecchi e fragili e da essi si staccavano pezzi di calcinacci, le tribune di cemento vetuste e sgretolate. Lo scarico dei servizi igienici colava dai muri, contribuendo a renderli ancora più fragili. Ma la cosa più incredibile e che molti tifosi organizzati per conto proprio, si trovarono nella stessa curva dei tifosi inglesi separati da due inadeguate reti metalliche. Nella curva dei tifosi del Liverpool, si unirono poi anche i tifosi del Chelsea, noti per la loro violenza (si facevano chiamare headhunters, "cacciatori di teste"). I tifosi inglesi cominciarono a spingersi verso il settore Z a ondate, cercando il take an end ("prendi la curva") e sfondando le reti divisorie. Da questa situazione il massacro. Nella grande ressa che venne a crearsi, alcuni si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare ed entrare nel settore adiacente, altri si ferirono contro le recinzioni. Il muro crollò per il troppo peso, moltissime persone vennero travolte, schiacciate e calpestate nella corsa verso una via d'uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco. Questa la sintesi di una tragedia incredibile, ma soprattutto senza nessuna certezza per quanto riguarda la sicurezza di quello stadio. La polizia belga non era sufficiente per rispondere a tale tragedia, e tutti in seguito si resero conto davvero che quello stadio era inadeguato. Intanto come al solito per colpa di personaggi che in quel periodo non sapevano offrire adeguate competenze professionali, la strage era ben confezionata: 39 morti, dei quali 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese, 370 i feriti. E’inaccettabile pensare che per colpa di una manifestazione sportiva si possa perdere la vita in questa maniera. I parenti delle vittime hanno fondato un comitato. In occasione del ventesimo anniversario della strage (29 maggio 2005) hanno presenziato alla cerimonia di inaugurazione del monumento di commemorazione delle vittime a Bruxelles, presieduta dal sindaco della capitale belga. Questa giornata dovrebbe, oltre al ricordo di quella tragedia, far riflettere su alcuni punti importanti nel calcio di oggi: dopo quella strage, in Inghilterra sono state emesse delle pene severissime per quanto riguarda le violenze negli stadi, mentre questo in Italia manca. Infatti spesso i tifosi inglesi sfogano la loro “rabbia” in altri paesi come l’Italia, consci del fatto che manchino delle leggi dure come nel loro paese, provocando disordini e quant’altro. Tutti i giocatori (vedi Materazzi e le sue magliette o De Rossi con le sue dichiarazioni sulla “tessera del poliziotto”) dovrebbero sapere e capire che ogni loro gesto, non soltanto può provocare tensioni tra i giocatori, ma successivamente tutto può ripercuotersi sulle tifoserie, generando un clima ostile che spesso poi si accompagna per tanto tempo, provocando scontri e spesso anche vittime (come la morte del tifoso accoltellato a Torino nella notte della finale di Champions League). Sarebbe bello vedere un giorno, in una partita di calcio, tifosi delle due squadre sedersi insieme nella stessa curva e sostenere la propria squadra, per poi alla fine scambiarsi una stretta di mano e applaudire il vincitore. E’ quello che in questo momento vorrebbero le 39 vittime cadute nella serata dell’Heysel, 39 eroi bianconeri che portavano dentro l’amore, la fede e la passione per una squadra di calcio, la Juventus! Per non dimenticarli, Sabato a Torino, verranno commemorati con una Messa solenne e una grande marcia, con una forte partecipazione di tanti juventini e non, che ricorderanno per sempre quei 39 angeli bianconeri morti per sostenere la propria squadra del cuore!